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Nicchi contro De Laurentiis: “Le sue parole generano violenza”

Dall'Aia arriva la risposta ai tweet di De Laurentiis: "E' rimasto a Calciopoli"

E’, forse, il punto di caduta peggiore degli ultimi anni per gli arbitri italiani. Fra la fine del 2014 e i primi due turni del 2015, i direttori di gara italiani hanno inanellato una serie di errori/orrori da far impallidire le polemiche delle precedenti stagioni. Dai rigori non visti a Firenze e Torino nell’ultimo turno del vecchio anno al fuorigioco (di Chiellini netto e di Caceres per millimetri) di Napoli-Juve di domenica. Ultimi di una serie di svarioni che segnano la gestione Nicchi-Messina. Ieri sera il presidente dell’Assoarbitri era al Processo del Lunedì, ha replicato da par suo all’evidenza, negandola talvolta come ha sempre fatto, come sul Comitato dei Garanti, dai quali vuole estromettere il rappresentate del Coni (a proposito, i tre garanti non dovrebbero ricevere copia delle modifiche al regolamento prima che vadano in Figc?), e dando addirittura agli arbitri una «sufficienza ampia» in questo campionato. Non solo, ma ha mischiato la tragedia di Parigi («Io sono Charlie ») e lo slogan del Presidente Scalfaro nel discorso agli italiani nel messaggio straordinario alla Nazione nel novembre 1993 («A questo gioco al massacro, non ci sto») alle questioni di calcio e di arbitri, citando pure la “vecchia” Sip.
Voti e niente stop. «I voti è sempre bene darli alla fine. Per quanto mi riguarda, siamo soddisfatti. Si può fare meglio, ma il movimento è in crescita. Direi una sufficienza ampia. De Laurentiis vuole che fermiamo Tagliavento? Non spetta a me censire (poi si correggerà, dicendo censurare, ndr) queste dichiarazioni, eventualmente ne risponderà alla Procura federale. Spesso si dice quello che si pensa senza pensare a quello che si dice. Ma ora ogni dichiarazione può decretare violenza nel calcio. Se li fermeremo? Non decido io se devono arbitrare, ma chi dice questo è rimasto a Calciopoli. Non vedo motivi per sospendere Tagliavento. Anzi, giudicandolo dal campo, gli avrei dato un voto alto. Il gol di Caceres. Questione di millimetri….».

La tecnologia e la cassa. «La tecnologia potrebbe essere applicata anche da domani mattina, bisogna solo trovare le risorse. Ma la tecnologia è una cosa, la moviola un’altra. Se questa Federazione è in grado di garantire economicamente la tecnologia… Però mi preoccupa il taglio alle nostre risorse da parte del Coni che potrebbe portare cose gravi in futuro. Sono molto preoccupato, si parla di 5 milioni di euro, si preoccupi pure il calcio italiano. Perché, ho già dato disposizione in merito, per le designazioni non si potranno superare distanze determinate, il che significa che non possiamo mandare il più bravo ma il più vicino. E pure sulla formazione le conseguenze sarebbero drammatiche. La nostra associazione sul volontariato, in alcune sezioni non sanno come andare avanti per pagare le bollette, la Sip, l’Enel, il Gas, toccare queste risorse significa certificarne la morte».

Gli addizionali. «Non so se spariranno a fine stagione. Ma non ho mai avuto contrasti con Tavecchio (quanto però era Presidente della Lnd, nella sala del Consiglio federale…., ndr) e non li avrò mai, ne parleremo in CF, spetta alla Federazione. Mi dicono anche dall’estero, che gli addizionali sono molti utili e che possono essere compatibili con la Glt. Scelgano loro…. Noi applichiamo il regolamento che abbiamo a disposizione».

Polemiche. «Oggi voglio dire: Io sono Charlie , rispetto tutto e tutti. La critica è essenziale, la polemica è nociva, perché si trasforma in violenza nei campionati minori, vengono picchiati 370 ragazzi all’anno, a questo gioco non ci stiamo più (e sembra di sentire l’ex Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro)».

Quorum. «Due considerazioni: non sono io che lo voglio abbassare, lo ha deciso il CN (ma la bozza è arrivata al Comitato Nazionale già scritta, ndr) in forma allargata. Ben 36 su 37 componenti del CN allargato hanno votato a favore (la 37ª era la Lombardia, che porta 55 voti, mica uno, ndr). A me non interessa nulla, riguarderà l’elezione di 210 presidenti sezionali. Abbassare il quorum non è né incostituzionale né anti-giuridico, ovunque vince l’elezione chi prende un voto in più dell’altro. Oggi, se si presenta il presidente uscente al terzo mandato, sia lui, sia lo sfidante devono prendere il 66% così come gli sfidanti. Manderemo tutto all’esame del CF, poi il nostro compito è finito». Una domanda: ma se gli sta così a cuore la democrazia, perché semplicemente non abbassa il quorum per l’eventuale sfidante?
Fonte: Corriere dello Sport
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