È tutta una questione di posizioni, per il Napoli. Ma non quelle in campo perché in questa faccenda i moduli non c’entrano. C’entrano le posizioni intorno a un tavolo. Sempre le stesse. Sempre la stessa sera (ovvero il mercoledì), allo stesso orario, con lo stesso menù e la cena sempre servita dagli stessi camerieri della Tenuta Convivium di Cuma. Amuleti, riti e magari persino foto religiose nel sotto passaggio (quelle prima rimosse e poi rimesse a posto) non bastano più a Mazzarri: da quando ha portato la squadra a cena nel ristorante del suo amico, Procolo Lubrano, il suo Napoli ha ripreso a vincere. È successo la prima volta alla vigilia della gara con l’Atalanta e poi è proseguito ancora prima del Torino e del Genoa. E allora si va avanti. Non è vero ma ci credo, per scherzo o molto sul serio, per convinzione o disperazione: dal magazziniere al presidente, ognuno ha il suo modo per cercare di farsi baciare dalla fortuna. Mazzarri ne ha scoperta una quasi per caso: inaugurò la «cena sociale» dopo la visita di De Laurentiis a Castelvolturno, subito dopo la sconfitta col Chievo. Il patron, in realtà, è convinto che sia stato lui a far girare la luna nera degli azzurri. Ma non ditelo a Mazzarri: il tecnico è sicuro che sia invece il menù del Convinvium. Tutti hanno le loro fisse, sia chiaro. Walter un po’ di più: ricordate quando in pieno inverno, con la pioggia o la neve, si ostinava a indossare sempre e solo la camicia bianca? Raccontò proprio lui il perché: «Perdevamo con la Juve 2-0, tolsi la giacca e vincemmo a Torino 3-2». Un’altra volta spiegò che «se la domenica vinco, cerco di toccare la squadra il meno possibile». Mazzarri, in fondo, ha avuto come maestro Renzo Ulivieri: indossava sempre un cappotto, anche d’estate, sempre. Perse dei gran chili, ma a Napoli non gli andò bene lo stesso. Non a caso poi Mazzarri abita a Pozzuoli: la sua prima gara da primo allenatore la giocò proprio qui. Contro la Puteolana. Lui era all’Acireale.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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