Cavani se n’è andato in estate, Ibrahimovic aveva salutato un anno prima: orfana degli ultimi due vincitori della classifica marcatori, la Serie A cerca un nuovo padrone. E se il vecchio Totò Di Natale è sempre pronto per un terzo mandato, lui e gli altri signori del gol (per ora) devono fare i conti con la nuova tendenza del nostro campionato: è la carica degli anti-bomber. Ma sì, tutti quelli che il pallone non l’aspettano in area, altezza dischetto, ma che lavorano sodo per la squadra: seconde punte che girano largo, centrocampisti che sanno aspettare il momento giusto per l’imbucata, difensori che sanno usare testa (preferibilmente) e piedi anche nell’altra metà campo. E soprattutto le ali, finalmente riscoperte dagli allenatori di casa nostra, come entità tecnica o esigenza tattica a cui convertire chi, come il romanista Florenzi, magari nasce centrocampista. A loro il compito di dare ampiezza e velocità al gioco, e magari anche di segnare.
CERCI E DINTORNI – La carica degli anti-bomber è scandita intanto dalla top five dei marcatori della Serie A: nelle prime cinque posizioni ci sono ben quattro tra esterni d’attacco, le ali appunto, e centrocampisti dalla mira infallibile, i preferiti dai fantacalcisti di tutto lo Stivale. Tra gli specialisti c’è il solo Pepito Rossi, sebbene il giocatore viola non possa essere classificato tra i centravanti in senso stretto: è vero che alla Fiorentina deve fare reparto in assenza di Mario Gomez, ma le sue caratteristiche restano quelle della seconda punta che colpisce partendo da lontano. Ripartiamo dalla classifica marcatori e dal primo posto di Alessio Cerci. E’ nato per essere l’ala destra ideale per creare superiorità numerica, ora Ventura sta provando a trasformarlo in seconda punta, peraltro con risultati ottimi in termini realizzativi. Alle sue spalle, con Rossi, c’è Hamsik, e non è una novità. Con il passare degli anni, e degli allenatori, ha costantemente avanzato il suo raggio d’azione, ormai si muove alle spalle della punta centrale. Florenzi (ex centrocampista) e Callejon (l’uomo al quale Benitez aveva pronosticato di andare abbondantemente in doppia cifra…) sono il simbolo delle novità tattiche più entusiasmanti del torneo, che si riflettono anche sulla classifica: il 4-3-3 di Garcia che esalta chi gioca accanto a Totti nel tridente e il 4-2-3-1 di Benitez che lì davanti manda in gol tutti. Velocità e tagli per mandare in tilt le difese avversarie.
IL PESO DEI RUOLI – Nessun centravanti al comando nella classifica marcatori. E la categoria delle prime punte – complici anche infortuni eccellenti, da Mario Gomez a Klose, senza dimenticare Milito – rischia di perdere terreno rispetto alla concorrenza. Facciamo qualche numero: in A nelle prime sette giornate sono state segnate complessivamente 208 reti, inclusi 5 autogol. I centravanti incidono al 20,7% (un gol su cinque) con 43 reti in tutto, da Higuain a Totti, da Balotelli a Tevez (sì, consideriamo anche lui prima punta), da Toni a Denis. Dai centrocampisti arriva invece un gol su quattro. La batteria di seconde punte, guidata da Rossi, Palacio, Pandev e Ljajic, vale il 21,6% del monte gol contro il 13,5% delle ali. Se mettiamo insieme, però, le due categorie, altre punte più ali, arriviamo al 35,1%. Una coalizione vincente: in A oggi va a segno chi – ala, seconda punta o centrocampista – gravita nell’orbita del suo centravanti.
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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