Ha qualche centimetro in più, una cresta meno pronunciata e la pelle olivastra, eppure la suggestione del momento è il parallelismo con Marek Hamsik: vice Marek o nuovo Marek, poco importa, ma il fatto che sia stato acquistato dal Brescia, e che di talento ne abbia da vendere, ha fatto schizzare in orbita la fantasia. Omar El Kaddouri, però, è tutto fuorché un ragazzo con la testa per aria: concreto, semplice, affabile. Uno che, per intenderci, preferisce regalare magie con i piedi, piuttosto che acrobazie verbali. Giovane uomo di principi e fede, il nuovo trequartista azzurro: lavora, prega, gioca e crede in ciò che fa. Fermamente. Proprio come il Napoli, che con un blitz di De Laurentiis l’ha strappato a una concorrenza tanto folta quanto spietata e ieri l’ha presentato in campo per il primo allenamento. Il suo destino era scritto, evidentemente. Come ha voluto Allah.
FEDE E RAMADAN– Sì, e c’è poco da scherzare sull’argomento, perché Omar, nato 22 anni fa a Bruxelles da genitori marocchini, è un fervido seguace dell’Islam: prega ogni giorno e, quando gli impegni sportivi lo concedono, quando cioè non si allena, osserva anche il digiuno del sacro mese del Ramadan (senza bere e mangiare dall’alba al tramonto). Quest’anno, ad esempio, ha seguito l’astensione 7 giorni sui 30 previsti, salvo poi promettersi di recuperare nel corso dell’anno il resto del tempo perduto. Un musulmano rigoroso, insomma, che rispetta e pretende rispetto.
MAGLIA NUMERO 13 -Per ora ha ricevuto affetto, complimenti e pacche sulle spalle: per strada, in occasione dei suoi primi giorni napoletani, coronati anche con la prima cena a base di pesce sul Golfo, nell’incanto della Fenestella di Marechiaro, e in campo, al centro sportivo di Castelvolturno. Dove ieri è stato accolto con la consueta simpatia dal gruppo: il benvenuto di capitan Cannavaro, le parole di Mazzarri, una serie di test aerobici con il prof Pondrelli e il prof Saccone, e la prima partitella (5 contro 5). Poi, la scelta del numero di maglia: lui è sempre stato legato al 7, che in azzurro appartiene a Cavani, e dunque ha ripiegato sul 13.
CUORE MAROCCO– Di Napoli ha visitato poco, certo, ma quel che ha visto finora gli è piaciuto non poco. Per il momento dimora all’Holiday Inn, l’hotel adiacente a casa Napoli, ma sta già cercando casa: Posillipo, la zona panoramica che ospita la maggior parte dei suoi compagni di squadra, lo attira. Si vedrà. Con lui c’è la fidanzata Camilla, dolce lady di Ospitaletto conosciuta a Brescia, ma presto arriveranno anche i familiari: i genitori e il fratello Youssef, diciottenne che gioca come terzino sinistro in una squadra di terza divisione belga. Il Belgio, già, il Paese di nascita: il cuore, però, è in Marocco, batte per il Marocco, ed è per questo che ha deciso di giocare per la nazionale marocchina, difesa anche ai Giochi di Londra, dopo l’esperienza nell’Under 21 belga.
IL RUOLO– A Napoli, invece, dovrà difendere un’altra scelta: lo volevano Roma, Lazio, Parma, Juve, Fulham, Genoa e Milan, eppure lui s’è tinto d’azzurro. Per la provenienza e le famose suggestioni tutti sperano sia il nuovo Hamsik: il suo ruolo prediletto, però, è di trequartista puro, e del resto di numeri, talento vero e anche gol ne ha eccome nel repertorio. E’ atteso, Omar, c’è poco da fare: il colpo è da 10 in pagella.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.