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Nel segno di Benitez

Serve un patto con Cavani

L’allenatore spagnolo ha conquistato dovunque allori, dal Valencia al Chelsea, ma ha il pallino dell’Italia perché nel 2010 fu costretto ad abbandonare in tutta fretta l’Inter dopo aver vinto l’Intercontinentale. L’annuncio del nuovo allenatore – ha fatto sapere De Laurentiis – arriverà via Twitter. Si dovrà tentare di partire non solo da Rafa, ma anche da Cavani, che è stato il protagonista di questa clamorosa scalata del Napoli, con i suoi oltre cento gol e un rendimento impressionante.
È vero che c’è una clausola contrattuale da 63 milioni che consente al Matador di liberarsi dall’impegno con il Napoli, ma è altrettanto vero che le volontà e i progetti possono contare più dei contratti. Cavani non è un ipocrita, lo ha confermato anche nella sua storia personale: ha tutelato finché ha potuto la vicenda della separazione dalla moglie, poi quando il gossip si è impossessato di questa storia non ha avuto reazioni scomposte e ha coltivato serenamente un altro affetto. Ha voglia di vincere, anche a Napoli, perché no? Il 6 gennaio, dopo la tripletta alla Roma, disse: «Il presidente sa cosa voglio». Un ulteriore aumento d’ingaggio, dopo i cinque milioni assicurati dalla scorsa estate? Sì. Ma soprattutto un piano di rafforzamento adeguato alle sue aspirazioni, che coincidono con quelle di società e tifoseria.
La pressione dei più importanti e ricchi club stranieri è forte su Cavani e sul suo entourage. Ma De Laurentiis può trovare i modi per convincerlo a restare qui, per essere sempre più simbolo di una squadra da rafforzare affinché possa essere da scudetto in una stagione che potrebbe vedere tra le aspiranti al titolo anche quei club che sono finiti quest’anno alle spalle del Napoli, dal Milan alla Roma. Se il Matador non si tirasse indietro davanti alla prospettiva di cambiare club, allora De Laurentiis e il direttore sportivo Bigon dovrebbero lavorare ancor più in profondità per allestire una squadra in grado di battersi sui due fronti, senza subire il contraccolpo della primavera 2012, quando il Napoli scivolò dalla zona Champions alla zona Europa League perché aveva accusato il peso degli impegni internazionali.
Un campione che non ha dubbi sul proprio futuro è Hamsik, che ha concluso ieri il sesto campionato con il Napoli. Arrivato diciannovenne a Castelvolturno, è migliorato con Reja e Mazzarri, diventando centrocampista di levatura internazionale. Il pensiero di trasferirsi altrove lo ha avuto due anni fa, quando venne sondato dal Milan. Poi ha giurato fedeltà a De Laurentiis e al popolo azzurro, sentendosi assolutamente a proprio agio in questa realtà. Ha segnato tanto ed è stato un assistman sul livello di Iniesta, il fuoriclasse del Barcellona e della Spagna mondiale. La crescita dirompente di un giovane: ecco perché il presidente ha eretto Hamsik a simbolo del Napoli.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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