Ma quale turn-over! La rivoluzione, stavolta, è nella testa: una bella dose di raccomandazioni, il suggerimento a lasciar perdere il Chelsea, ad ignorarlo, facendo finta che non esista (« sarebbe un suicidio »), e poi, tutti in campo, quasi tutti. Avanti, adagio: perché il ribaltone con il Cagliari va servito in piccolissime dosi, senza eccessi e dunque senza paura, in un cocktail che preveda un ritocco qua ed uno là e non stravolga i connotati d’una squadra che ha saputo servire un poker in campionato e un pokerissimo infilandoci dentro pure la Champions. Si cambia, però ragionevolmente, e si lascia a Cavani la possibilità di rifiatare, ci si riappropria del rientro di Aronica in difesa e si ripulisce pure il motore di Maggio, in un gioco delle coppie che per Mazzarri sembra già definito.
DIFESA – La tentazione di far riposare Campagnaro, stritolato pure dalla sua Nazionale, sembra scivolar via sull’erba di Castelvolturno, complice la ritrovata freschezza dell’argentino e la necessità di avere un uomo svelto di gamba, in quella zona del campo. Fernandez resta nella lista d’attesa, consapevole del proprio ruolo, della fiducia dell’intero staff e delle occasioni che gli riserverà il futuro. Rispetto all’avvio di Parma, il cambiamento è quasi radicale ma davanti a De Sanctis stavolta largo ai «titolarissimi»: in quell’assetto anti-sommossa che viene ritrovato con la presenza di Aronica – depurato dalla squalifica – sulla sinistra e la riconferma inevitabile di Cannavaro in mezzo.
CENTROCAMPO – Largheggiare non si può: Donadel è ormai inutilizzabile, Dzemaili è stato fermato dal giudice sportivo e pur volendo bisogna far di necessità virtù. Dunque, interdizione e costruzione consegnate ad Inler e Gargano, l’architrave d’una zona della quale – non solo statisticamente – son ritenuti i padroni. La svolta, stavolta, è a destra, corsia regalata di diritto a Zuniga, rimasto ai box al «Tardini», ormai dimentico del jet lag rimediato nell’andirivieni con Miami, quindi sveglio al punto giusto per poter far ciò che gli riesce meglio, cioè occupare la fascia a lui più naturale. A sinistra continuerà a spingere Dossena, rilanciato domenica scorsa e disinvolto nell’espletamento delle proprie funzioni.
ATTACCO – El matador non si ferma più (nove partite nel mese di febbraio, un tour de force) e Stamford Bridge è comunque dietro l’angolo: e poi, con quel Pandev così reattivo e scalpitante, giusto intervenire là davanti, lasciando invariata la struttura e affidandosi al quarto tenore. Riecco il macedone quaranta giorni dopo (ultima da titolare in campionato, il 29 gennaio a Marassi); e, alle sue spalle, l’Hamsik che deambula soprattutto all’indietro, per garantire coperture, e Lavezzi che sa allenarsi persino (soprattutto) giocando. Napoli-Cagliari è la loro.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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