La leggenda del re pescatore potrebbe essere il titolo del film girato da Edinson Cavani tra il Golfo e il San Paolo. Con le dovute differenze di sceneggiatura e di copione, certo, ma la definizione sembra più che perfetta: re del gol; pescatore per vocazione. Sì, è proprio così che scorre la vita napoletana di Edi: calcio e pesca, famiglia e Dio. Amici, pochi e veri, qualche cena a Mergellina e l’asado con i compagni sudamericani. Cose semplici e vere. Com’è vero che la maglia azzurra sarà ancora il suo mare e che sin da domani proverà a griffare un altro record: diventare il miglior cannoniere uruguaiano della storia del campionato italiano di A, in perfetta solitudine. Con tutto il rispetto per Ruben Sosa, che in questo momento lo affianca in cima a questa speciale classifica con 84 gol. Con tutto il rispetto nei confronti degli altri attaccanti: perché Cavani è un’altra cosa. Un re pescatore.
50 E RECORD – E allora, brindisi e via a programmare le prossime battute di pesca: fino al 2017 c’è tempo, altroché. Certo, nel calcio è rischioso parlare del domani, però cominciare la stagione con un contratto più duraturo è tutta un’altra cosa. Il Matador è felice e sereno, e il popolo azzurro più di lui. Bene, bravi, bis. E ora? Il solito: la missione è segnare e poi ancora. Trascinare la squadra in alto, che più non si può, e salire sull’Olimpo dei migliori attaccanti della storia del Napoli. Di certo, finora è l’uruguaiano più prolifico mai sbarcato in Italia: 84 gol dal gennaio 2007, come Sosita . Cioè Ruben Sosa, ex Lazio e Inter. L’assalto al trono in beata solitudine, nonché al 50° gol con la maglia del Napoli in campionato, comincia domani con la Fiorentina.
BIMBI E SORRISI – Oltre alle 68 reti realizzate in due stagioni e due partite in azzurro (a segno in ogni manifestazione disputata: 49 volte in A, 7 in Europa League, 5 in Champions, 5 in Coppa Italia e una in Supercoppa italiana), e dunque al di là di una mostruosa vita calcistica, c’è un’altra Napoli che Cavani assapora con la discrezione e il sorriso tipiche della sua filosofia: le cene a Mergellina con la senora Maria Soledad detta Sole e il piccolo Bautista, nato proprio a Napoli; le visite ai bambini ricoverati in ospedale, segrete e mai pubblicizzate, e anzi custodite gelosamente nei sorrisi e negli occhi dei suoi piccoli amici; qualche pranzo sul Lungomare, con il sole sparato su viso indio incastonato nella chioma corvina, e le grigliate con i colleghi sudamericani. La preghiera: in una chiesa evangelica blindata per ovvi motivi e poi in casa, con Sole e qualche fratello di fede.
LA PESCA – La più grande passione, il suo hobby numero uno, è però la pesca: parte appena può, Edi, sia da solo sia con Britos, uruguaiano come lui e altro pescatore incallito. Cavani ha cominciato ad amare l’attesa e la brezza con suo padre, a Salto, e avendo vissuto due città italiane di mare – Palermo prima di Napoli – ha approfittato per proseguire l’avventura. E non si sorprenda nessuno, se tra le isole del Golfo o al largo della costa del basso Lazio sembrerà di avvistare un pescatore che gli assomiglia: è proprio lui.
CASA E TURISMO – Per il resto, la vita del Matador è tutta casa, tra il Vomero e il centro (la prima dimora fu Lucrino), e qualche viaggio in giro per l’Italia: Roma, magari dall’amico Fabio Simplicio (ora in Giappone ma giallorosso fino alla stagione precedente); Bologna; Milano da Nocerino; Palermo da Bertolo. Sono questi gli amici più stretti del calcio, tutti ex compagni all’epoca dell’esperienza in Sicilia. Loro e poi i manager, Pierpaolo Triulzi e Claudio Anellucci, cui Edi è molto legato.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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