E meno male che ci sono il Catania ed il Bayern; e per fortuna che mancano ancora nove giorni. E andiamo, perché la madre di tutte le partite è appena oltre la siepe, un colpo di coda e via, e poi sarà la grande attesa, la voglia matta, un concentrato di implorazioni: Napoli-Juventus è cominciata, liberi di non crederci, con i botteghini aperti e le prime prenotazioni. Si gioca nel «vecchio» caro Cibali, e poi si giocherà all’Allianz: ma vuoi mettere il san Paolo, per la sfida dell’anno.
CHE SETTIMANA! – I nove giorni che servono per muovere l’assalto alla «Vecchia Signora» in due mosse cominciano al tramonto di un sabato all’italiana e poi continueranno a sera inoltrata a san Siro: per cominciare, qui Catania e poi, a seguire, a voi Milano. Juventus 16, Napoli 14: la distanza è un dettaglio, un soffio d’alito, e ancor prima che si parta verso la Sicilia, la testa d’una città in perenne fermento calcistico è proiettata alla Fuorigrotta del 6 novembre, l’ultima fatica prima di una sosta che potrà aiutare sia Conte che Mazzarri a ritrovare le forze di due organici spremuti come limoni. Però, è già Napoli-Juventus, con le sue storie intrecciate, con il fardello d’uno stress da vigilia lunghissima, quasi eterna.
GLI INCROCI – Carta, penna e calamaio: si può scrivere un libro su Napoli-Juventus e su ciò che danza nelle viscere d’una sfida che è molto più di partita. Lo è per Michele Pazienza e Fabio Quagliarella, gli ex più freschi pronti a tornare nel san Paolo, il loro stadio per un po’, prima del congedo; lo è per Marco Storari, sfortunatissimo protagonista d’un blitz nell’epoca Naldi, appesantito pure da un infortunio; lo è per Buffon e De Sanctis, amici in Nazionale da vecchia data e appesi alle condizioni di salute del numero 1 tra i numeri 1 per poter dar vita al loro braccio di ferro; lo è per Marco Fassone, che con Madame s’è tuffato nel calcio, prima di essere scelto da Aurelio De Laurentiis come direttore generale del secondo quinquennio; (forse) lo è per Amauri, che nella lista di Mazzarri c’è sempre stato, che ha cominciato a tirare i primi calci veri a Soccavo e che ora è un ospite della Vecchia Signora.
GLI UOMINI CONTESI – Napoli e Juventus, le carissime nemiche di un’estate consumata a contendersi giocatori, a starsene nell’ombra per aspettare l’offerta dell’antagonista di turno. Si parte da Vidal, si finisce ad Inler: è un 1-1, però faticoso. Quando Bigon atterra in Spagna, per incontrar Felicevich, il manager del cileno, la Vecchia Signora sta definendo il suo progetto, nel quale, all’improvviso, entra Gokhan Inler, già da un anno sul taccuino partenopeo: le schermaglie restano confinate nel buon senso e nel rispetto reciproco tra i due club, De Laurentiis s’applica sullo svizzero e declina l’interesse per quel sudamericano che viaggia su ingaggi distanti dal fair play finanziario.
E’ GIA’ PARTITA – Meno nove, però avendo già il riferimento come un chiodo fisso, mentre intorno è già mercato, le vocine diventano echi e le indiscrezioni trovano conferma: Adel Taarabat, attaccante ventiduenne del QPR, marocchino svelto di piede e di pensiero, ha onestamente confermato a Skysport di essere un uomo che piace: «So dell’interesse del Napoli e sono lusingato che il mio nome sia accostato a quello del club nel quale ha giocato il più grande calciatore di tutti i tempi». Sei mesi fa, veniva seguito dalla Juve: era già cominciata questa partita e non ce n’eravamo accorti….
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
