Sulla carta, non c’è partita. Però, frasi fatte a parte, davvero il derby è un unicum che merita rispetto. E richiede la massima cautela nei pronostici. Fatto sta che stasera, per la prima volta in uno stadio di proprietà, andrà in scena Juve-Torino. Sarà un gradito ritorno per la città della Mole e per l’intero campionato, visto quello che i granata rappresentano nella storia del calcio non solo italiano: bianconeri e granata non si affrontano da 1365 giorni, esattamente dal 7 marzo 2009 quando a decidere fu un gol di Chiellini. Da allora, il Toro ha abitato la serie B e la Juve è tornata a guardare tutti dall’alto in basso. «L’anno scorso sognavamo di vivere di nuovo l’atmosfera della stracittadina – ha detto Ventura, comandante granata -. Adesso ci siamo e vogliamo giocarcela. La Juve è la squadra migliore che ci sia, ma mica possiamo pensare che l’esito sia scontato. Fosse così, me ne starei a casa».
Parole sacrosante e ci mancherebbe altro. La Signora – sempre con le bocche cucite alla vigilia degli impegni di campionato – parte però inevitabilmente con tutti i favori del pronostico, anche se arriva dal ko di Milano e non segna da due turni, evento più unico che raro da quando c’è Conte in panchina. Anche la storia recente è tutta con Buffon e compagni: è addirittura dal 9 aprile 1995 che i granata non hanno la meglio sui cugini e da allora sono state giocate quindici sfide, otto delle quali vinte dai bianconeri. Ancora: l’ultimo gol ufficiale segnato dal Torino in un derby risale al 24 febbraio 2002, autore Cauet per il 2-2 finale. Ecco: 550 minuti dopo, il Toro ci riproverà e lo farà con passione, orgoglio e sulla spinta di poco più di duemila tifosi confinati nel solito spicchio riservato agli ospiti. Per il resto, saranno juventini ovunque a cominciare dai 27.400 abbonati.
«Vincere sarebbe un’impresa storica – ha aggiunto Ventura -. E se segna Meggiorini, entra nella storia del calcio: sarebbe il colmo, e lo dico in senso buono». Scherza, Ventura, facendo riferimento ai fischi raccolti nelle ultime settimane dal suo attaccante, ancora a secco. Dall’altro lato, la coppia d’attacco dovrebbe essere formata da Giovinco e Vucinic: il primo di derby ne ha giocati a bizzeffe nelle giovanili, il secondo sarebbe all’esordio sotto la Mole dopo averne disputati nove – segnando quattro gol – vestendo la maglia della Roma. Sarà una Juve che, con lo Shakhtar Donetsk da affrontare poi mercoledì per timbrare il passaggio del turno in Champions League, potrebbe anche concedere un turno di riposo ad alcune colonne: Vidal per esempio sarà quasi certamente sostituito da Pogba, così come uno tra Giaccherini e De Ceglie darà un break ad Asamoah. Pirlo invece non si discute. Per Conte, che vivrà l’ultima partita di campionato dalla tribuna visto che la settimana prossima terminerà la squalifica, l’incrocio con il Toro avrà poi un sapore tutto speciale: da un lato (re)incontrerà Ventura con il quale i punti di contatto sono molteplici (la panchina del Bari e il 4-2-4, la cui primogenitura ora va all’uno e ora all’altro), dall’altro avrà di che ricordarsi che da giocatore bianconero esordì nel derby datato 17 novembre 1991: una vita fa davvero. In mezzo, successi a volontà e il desiderio di non accontentarsi mai: come è giusto che sia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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