I quarti di finale di Coppa Italia hanno stabilito che Milan e Napoli, le uniche due squadre italiane rimaste in corsa nei tre tornei a cui erano iscritte a inizio stagione, avranno un fine gennaio, un febbraio e un marzo senza respiro. Quattordici partite in 56 giorni, vale a dire una partita ogni 4 giorni, con appena 3 settimane “libere”. Per la verità, visto che Milan e Napoli sono strapiene di nazionali, le settimane libere si riducono a due, visto che mercoledì 29 febbraio è la data che la Fifa riserva alle amichevoli delle nazionali d’Europa e del Sudamerica. Di conseguenza, per quasi tutti i giocatori di Allegri e Mazzarri le partite saranno 15 in 56 giorni, alla media di una ogni 3,7 giorni. Se poi aggiungiamo quelle giocate nella prima parte di gennaio con gli ottavi e i quarti di Coppa Italia, arriviamo a livelli straordinari.
MEDIE FOLLI- Il Milan è alle prese con un’emergenza straordinaria, come si può leggere in un altro servizio di questo giornale, ad Allegri manca quasi tutto il centrocampo e nessuno sembra recuperabile in poco tempo. Il Napoli, da parte sua, non ha ancora una struttura adeguata per battersi fino alla fine in campionato (dove rincorre la zona-Champions), in Coppa Italia e in Champions League. Rispetto al Milan, però, ha un vantaggio nella semifinale di Coppa Italia, visto il diverso spessore degli avversari, tutt’e due bianconeri, ma solo per i colori si possono paragonare Siena e Juve.
SPESSO DI NOTTE – C’è poi un altro aspetto, che riguarda le due squadre. Il Milan, delle prossime 14 gare, ne giocherà in notturna almeno 9, che potrebbero diventare 11 contro il Parma e la Roma (la Lega ha fissato anticipi e posticipi prima di quelle due giornate); giocherà due sole volte alle 15 e una volta (a Udine) alle 18. Lo stesso accadrà al Napoli. Trattandosi di mesi freddi, il rischio infortuni aumenta. Ci sarebbe materiale abbondante per una riflessione, ma sappiamo bene che nessuno rifletterà. Quando di mezzo ci sono i soldi (delle tv, che decidono giorni e orari delle partite), il calcio si piega allegramente come un fuscello al vento.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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