Intervistato da Sky Sport, l’ex campione e ora consigliere d’amministrazione della Juventus Pavel Nedved ha parlato a due giorni dalla grande sfida con il Napoli analizzando il momento bianconero e non solo:
“Non credo sia un match-point quello di venerdì per il campionato. Da definizione match-point significa punto decisivo, dopo Napoli mancheranno ancora undici partite tutte da giocare. Il Napoli ha grandi giocatori, un grande allenatore e due fuoriclasse, come noi può vincere lo scudetto. Sarà una gara importante, ma dopo ne arriveranno altre. Il San Paolo mette pressione, e lo ricordo bene. Per un giocatore un ambiente del genere è il massimo e bello da vivere. E’ un confronto che mi è sempre piaciuto disputare, sia da calciatore che da dirigente. Nel 2006/07 Juve e Napoli erano in B, ora si giocano lo scudetto, questo significa che entrambe hanno lavorato benissimo. Conte? E’ un fuoriclasse. Mi piace da impazzire il suo modo di pensare calcio e lavorare, trasmette umiltà e grazie a questa si ottengono risultati. Per ragioni d’età non ha ancora potuto vincere come Capello e Lippi, ma li raggiungerà perchè Antonio è tra i più bravi in assoluto. Per essere un grande allenatore devi essere in grado di trasmettere alla squadra le tue idee e il tuo carattere, lui lo sta facendo. Allo stadio vedendo la Juve mi diverto, è una squadra con carattere che schiaccia gli avversari cercando sempre il gol. Una grande squadra non deve avere limiti, bisogna cercare di raggiungere ogni obiettivo. Il nostro unico limite può essere la poca esperienza generale in Champions, perchè molti prima di quest’anno non l’avevano mai disputata. Però tutti si stanno facendo le ossa molto bene facendosi valere in Europa. Scudetto e Champions? Ci andammo vicini nel 2003, bisogna tornare indietro di dieci anni. Non è semplice restare concentrati su entrambi i fronti, però sono contento della strada intrapresa dalla squadra. Mercato? Abbiamo attaccanti molto validi. Sento di continuo parlare di top-player, ma i ragazzi hanno risposto molto bene sul campo. E’ difficile trovare in giro punte più forti delle nostre. Io ho smesso di giocare da quattro anni, non mi piace guardarmi indietro. Ora penso da dirigente, non più da calciatore. E’ stato un percorso naturale, certamente non si diventa dirigente da un giorno all’altro dato che ogni ruolo è diverso. C’è tanto da imparare e lo sto facendo, sono appena all’inizio di questa carriera. Ora mi godo il momento e la squadra, specie i centrocampisti che sono tra i più forti d’Europa. Buffon? E’ sempre stato un leader. Nei momenti difficili ha sempre parlato al gruppo, ora è uno tra i più esperti e i più giovani trovano in lui un appoggio naturale. Gigi è straordinario, ha iniziato giovanissimo eppure dopo tanti anni di carriera trova sempre nuove motivazioni. E’ un grandissimo anche a livello mentale, sta facendo una grande stagione. Champions? Se riuscissimo a vincerla sarebbe una gioia immensa per me e un giusto premio per un calciatore che ha fatto tantissimo per la sua squadra e per questo sport come Buffon. Se lo meriterebbe, come tutti i compagni. Sono ragazzi straordinari, però manca ancora parecchia strada da percorrere per farcela”.
Fonte: tuttojuve.com
La Redazione
A.S.
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