Qui non si tratta soltanto di nuovo modulo, di un difensore in più o in meno oppure di un centrocampista più bravo a difendere che ad attaccare. A meno di una settimana dall’inizio dell’Europeo, all’appuntamento con la Spagna campione del mondo, l’Italia di Prandelli ha grossi problemi soprattutto di tenuta, di forma, di condizione atletica. Troppi, a giudicare da quanto visto a Zurigo contro la Russia, gli azzurri che camminano invece di correre, che vanno al piccolo trotto, che vengono travolti (atleticamente) dagli avversari. Sarà perché sono stanchi (stanchi?) per le fatiche della stagione oppure perché le gambe vanno di pari passo con la testa e, quindi, la scarsa concentrazione non aiuta, ma sta di fatto che il problema c’è.
Contro la Russia il migliore degli azzurri, sia per qualità che quantità di gioco, è stato Pirlo, uno che non è più giovanissimo e che viene da un campionato giocato a mille all’ora. Nel suo caso, però, la classe recita sempre e comunque un ruolo determinante: lo juventino sa giocare al calcio, sa stare in campo e riesce a brillare anche quando/se non è al massimo della condizione. Sul piano della corsa sta bene anche De Rossi, non sta male Balotelli mentre Cassano è apparso troppe volte in debito di ossigeno. Irriconoscibile il napoletano Maggio, uno abituato a fare cento volte su e giù a tutta velocità sulla corsia di destra, ma meglio di lui non è andato dall’altra parte il palermitano Balzaretti.
Prandelli dovrà tenere in considerazione soprattutto coloro che stanno meglio da un punto di vista fisico: l’Italia sarà chiamata a giocare tre gare e non v’è dubbio che il fattore atletico sarà determinante per le sue fortune. Da oggi all’esordio contro la Spagna non si potrà lavorare più di tanto sulla condizione perché si correrebbe il rischio di peggiorare la situazione: ecco perché gli allenamenti dei prossimi giorni serviranno a Prandelli per capire chi mandare in campo e chi far restare a guardare, indipendentemente dal suo nome.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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