Il sole bacia i belli: e in quell’esemplare microcosmo, la sintesi vivente d’un universo capace di tener (ma seriamente) dritta la schiena per spazzar via la paura, la luce abbagliante è d’uno splendore «illuminante»; e in quell’alba radiosa ciò che s’ode all’orizzonte è l’eco d’una esistenza che «finalmente» offre il senso pieno della vita: « Con la legalità si vince sempre ». Benvenuti a Quarto, la frontiera d’un mondo migliore, l’angolo d’una terra fertile e rigogliosa, però anche orgogliosa, il manifesto d’una purezza cercata andando a scovare dentro se stessi. « La camorra non si combatte soltanto nelle aule dei tribunali e questa giornata ne è la conferma ». E’ qui la festa: in quel «Giarrusso» che vibra, tra quella folla – due, tremila? – ch’è in estasi e che, rimossi i tormenti, scruta (in quel cielo azzurro che più azzurro) l’espressione fiera di Antonello Ardituro, il pm anti-camorra trasformatosi nel regista d’una ribellione collettiva e popolare, l’architrave d’una trasformazione genetica che ha spazzato via il passato e rappresentato il futuro in nuove forme. « L’arrivo della Nazionale a Quarto è il coronamento d’un percorso della procura di Napoli, convinta che sia possibile sfidare la camorra e batterla. Noi lo stiamo facendo e questa è un’occasione per dire grazie alla Federcalcio, a Prandelli, ai calciatori – ma tutti – che sono venuti qui a testimoniare il nostro impegno ed anche il loro ».
IL MAGNIFICO – Buongiorno Quarto, buongiorno Italia: ci sono le donne, gli uomini, i vecchi e i bambini e c’è un profumo di freschezza che s’irradia in quell’atmosfera maestosamente magnetica che spinge Lorenzino Insigne a tuffarsi quasi tra la folla, a salutare con la gioiosa partecipazione d’un fanciullo al luna-park chiunque l’invochi, a lanciare là in mezzo quella maglia ch’è un cimelio o anche il personalissimo grazie per quell’euforia che fa da sottofondo o anche un messaggio per sottoscrivere quello che gli urlano i fan, storditi da quel clima. « Lorenzo, la camorra non vale niente ». E dirlo proprio qua, su un campo sequestrato ai boss, ha una profondità indiscutibile, è la prova-provata che nulla è impossibile.
GLI SLOGAN – Benvenuti a Quarto, l’epicentro d’un pianeta che s’è sbarazzato di quell’ingombrante, insopportabile fardello della malavita organizzata e l’ha scaraventato via, con l’aiuto di un pm ma anche di una fierezza interiore che ora si specchia in quella dimensione quasi onirica attraversata godendosi le veroniche di Insigne e i dribbling maestosi di un Balotelli osannato. Ci sono partite che non finiscono mai e qui si è appena all’inizio, un match a oltranza che richiederà nuovi sforzi e imprevedibili sacrifici che il presidente del Nuovo Quarto, Luigi Cuomo, ha già inserito nel listone d’una spesa che conduce dritto alla coscienza collettiva: « Perché sappiamo bene che la battaglia sarà lunga, ne siamo consapevoli: questo è semplicemente un punto di partenza, mica d’arrivo ». Ma è l’unione che fa la forza ed in questa Quarto che sa di purezza, d’integrazione, c’è chi s’è messo addosso la propria maglietta per dare un personale contributo: l’ha fatto – ad esempio – Annamaria Torre, l’allenatore mica il semplice rappresentante, dell’associazione Libera sport, memoria ed impegno che l’11 dicembre aspetterà Prandelli a Pagani per consegnarli un premio intitolato alla memoria di suo padre, l’avvocato Marcello Torre, sindaco di quella città ucciso dalla camorra negli anni ‘80. Quando forse queste partite non erano ancora cominciate.
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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