Il pari di Poznan, 1 a 1 contro la Croazia, non è solo deludente ma pure pericoloso: l’Italia rischia di uscire dal torneo. Perché, come le accade ormai da dieci anni alla seconda gara di Europei e Mondiali, la qualificazione non dipenderà solo dal suo risultato nell’ultima partita della prima fase. Gli azzurri dovranno vincere contro l’Eire e sperare che Spagna e Croazia non confezionino il pari con il punteggio fatale, 2-2.
Ora Prandelli dovrà cambiare l’Italia e probabilmente anche l’assetto. La conferma degli undici che avevano spaventato la Spagna ha avuto l’effetto desiderato per un tempo. Un gol, però, non è bastato. Ne sarebbero serviti altri, considerata la seconda frazione di grande sofferenza, anche se rischiando poco. E l’ingresso di Di Natale a metà ripresa, a differenza di quanto era successo a Danzica, non è servito a migliorare in corsa la situazione. A Poznan gli ultrà croati si sono fatti subito riconoscere: spalleggiati dagli altri, più di diecimila, fischiano l’Inno di Mameli e spesso urlano buu a Balotelli. Nella ripresa lanciano anche un paio di fumogeni in campo, con Webb costretto a fermare il gioco per un paio di minuti. Di sicuro fanno peggio dei tifosi spagnoli a Danzica.
L’Italia pensa alla qualificazione e comanda in partenza, scegliendo il ritmo con l’obiettivo di scrivere la storia del match: la Croazia lascia nei primi 45’ l’iniziativa, aspettando per colpire in contropiede, appoggiandosi sui lati dove Srna a destra e Strinic a sinistra spingono alle spalle rispettivamente di Rakitic e Perisic. Prandelli ha le risposte che si aspettava da Cassano che garantisce profondità e qualità e da Marchisio che ha aggressività e corsa. Pirlo fa la differenza. Il regista non soffre la marcatura personalizzata e riesce a far girare il pallone, dialogando con De Rossi, Bonucci e Chiellini, chiedendo assistenza a Thiago Motta e cercando sia gli esterni Maggio e Giaccherini sia Balotelli e Cassano. Sarà lui a mettere il timbro sul match, con una delle sue punizioni velenose, da posizone decentrata, con la palla che passando tra le teste dei rivali in barriera si abbassa improvvisamente nell’angolino dove il portiere Pletikosa arriva solo quando è ormai tardi, a linea superata.
Il vantaggio dell’Italia al trentanovesimo, ma quel gol è anche poco, pesato lo sforzo della prima parte. E soprattutto contate le chance. Gli sprechi nel primo tempo incideranno sul risultato finale. Balotelli si presenta bene, con una girata di sinistro: l’attaccante conquisterà diverse punizioni, tra cui quella trasformata sa Pirlo. A seguire due occasioni di Marchisio, la seconda, su imbucata di Cassano, con doppia parata di Pletikosa, un destro centrale di Balotelli che il portiere croato respinge e un diagonale a lato di Cassano su tocco delizioso di Bonucci. Prima del recupero, Cassano, di testa su corner di Pirlo, alza sopra la traversa la palla del possibile raddoppio.
L’Italia, dopo l’intervallo, non è più la stessa. Merito, senza dubbio, della Croazia che cambia atteggiamento. Il 4-4-2 è più propositivo con Modric che si alza di qualche metro e diventa il punto di riferimento offensivo nell’assetto di Bilic. Quasi da trequartista, il regista inventa e conclude. Subito costringe Buffon a intervenire: conclusione rasosterra bloccata. E ci riprova, sempre da fuori, ma il tiro è alto. Gli azzurri soffrono la fisicità dei rivali. E anche la corsa. Sulle fasce Maggio e Giaccherini sbandano. Il secondo fatica nelle chiusure e spinge male, l’altro è spesso fuori posizione e difende con poca convinzione. Cala Marchisio, scompare Thiago Motta. Sarà il primo ad essere sostituito, dentro Montolivo che mostra personalità e brillantezza. Pirlo, però, non sa più con chi dialogare. Cassano è stanco e sui lati nessuno affonda. Solo Balotelli è in partita, ma Prandelli lo fa uscire per mettere Di Natale.
Al contrario di quanto è accaduto domenica contro la Spagna, passano due minuti e il gol, invece che il nuovo entrato, lo segnano gli avversari. Da sinistra il cross di Strinic, dormita di Chiellini e stop in solitudine di Mandzukic che pareggia calciando forte sul primo palo al ventisettesimo. A parte un destro di Montolivo, respinto da Pletikosa, l’Italia non fa più niente. Di Natale sfila la palla buona a Giovinco, inserito nel finale al posto di Cassano, su iniziativa a sinistra di Montolivo. La Croazia si accontenta e assiste agli ultimi tentativi degli azzurri, ormai stanchi per effettuare il nuovo sorpasso. Il lungo recupero, con qualche sceneggiata dei rivali per perdere tempo, passa veloce. Il pensiero è già all’Irlanda di Trapattoni. Da battere, augurandosi che a Danzica la Spagna e la Croazia non si inventino il pareggio fatale.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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