Cesare Prandelli, a quanto pare, non ha scelta. Dovrà andare sul classico. Pochi test per provare l’Italia, lontanissime le partite vere delle qualificazioni, il percorso più semplice torna quello di una volta. Affidarsi al campionato. Al blocco della squadra che ha appena vinto lo scudetto, la Juventus che è rappresentata da 7 giocatori su 23 come accadde nell’Europeo di casa nostra nell’80.
La caduta di Zurigo determina la svolta inattesa. Terza sconfitta di fila, sempre in amichevole, e terza gara senza segnare reti. Bisogna intervenire anche perché l’inizio del torneo è vicino: il debutto, il 10 giugno a Danzica, contro la Spagna campione d’Europa e del mondo. La Nazionale da domani sarà di nuovo a Coverciano e Prandelli lavorerà subito sulla modifica. «Azzero tutto e cambio la difesa» l’annuncio del cittì dopo la pesante e umiliante sconfitta contro la Russia, 3 a 0 che in questi due gironi lo staff azzurro dovrà analizzare nei minimi particolari.
La novità non riguarderà gli interpreti ma il sistema di gioco. Ecco che cosa significa azzeramento, con riferimento preciso al reparto arretrato. Se gli esperimenti, per due giorni a Firenze e a seguire a Cracovia, daranno garanzie e certezze, l’Italia passerà al 3-5-2, l’assetto vincente della Juve. Secondo logica. Perché sette giocatori lo conoscono bene e nessuno è attaccante. Come a dire che i due davanti, in partenza Balotelli e Cassano, non vengono coinvolti nel cambiamento. Quindi abbandonato il 4-3-1-2, con il trequartista girevole (cioè intercambiabile), formula che è andata alla grande durante le qualificazioni. Rispetto a venerdì sera, dentro Chiellini, nella difesa a tre con Barzagli e Bonucci, fuori Montolivo, cioè il centrocampista avanzato. Meglio cinque uomini a coprire la difesa e sei juventini in campo. Potrebbe esserci anche l’en plein, con Giaccherini a sinistra al posto di Balzaretti che si è presentato in ritiro dopo un calvario stagionale con qualche guaio muscolare di troppo e che è stato ripescato solo dopo l’esclusione di Criscito. Il mancino dello Zenit avrebbe fatto molto comodo. Sia con la linea a tre spostato su quella dei centrocampisti, sia con la difesa a quattro da fluidificante sinistro.
Sei bianconeri, insomma, titolari: Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini, Pirlo e Marchisio. E l’opzione del settimo: Giaccherini. Da esterno, non solo da mezzala, ha giocato anche nella Juve. Prandelli sa che gli basterà poco per capire se la novità va bene per questo gruppo. A parte le punte, solo De Rossi e Balzaretti, se quest’ultimo sarà confermato, dovranno abituarsi. Perché Maggio, con Mazzarri al Napoli, fa l’esterno destro del 3-5-2.
I tre gol della Russia pesano sulla decisione del cittì. L’Italia ne aveva presi solo due nelle dieci gare delle qualificazioni. A Zurigo non ha funzionato niente. Sono tre i motivi che impongono la modifica tattica: 1) il sistema di gioco che, richiedendo sacrificio e partecipazione, manda in tilt i tre reparti se l’applicazione e la concentrazione non è assoluta da parte di tutti; 2) la condizione fisica non ottimale di gran parte dei convocati; 3) la fragilità psicologica del gruppo che appena prende gol non riesce a reagire. In sintesi: con il 3-5-2 della Juve c’è più solidità e si rischia di meno. E forse si sprecano meno energie.
L’attacco merita un discorso mirato. Prandelli dovrà decidere la coppia. Non è da escludere la separazione di Cassano e Balotelli. SuperMario sta meglio di Totò, ma Prandelli lo ha rimproverato platealmente contro la Russia. Dopo l’ammonizione, Balotelli ha rischiato il secondo giallo per aver protestato con un guardalinee. E subito dopo ha commesso un mezzo fallo di reazione. «Mario, calma» gli ha urlato il cittì dalla panchina. Ma Balotelli è l’unico che tira in porta. L’altro è Di Natale. I due, con il nuovo assetto, potrebbero essere compatibili. Anche i due Totò, però.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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