Niente nuovi dirigenti, il Napoli di De Laurentiis sfrutterà al massimo le risorse interne. Poteri più ampi per il consigliere delegato Andrea Chiavelli e il responsabile del marketing Alessandro Formisano, promosso «head of operations»: sono loro al vertice della struttura formata dal presidente, assente al debutto degli azzurri a Palermo. Non ci sarà più il direttore generale classico. «È stata creata un’organizzazione per gestire il Napoli come azienda, il calcio sta cambiando e diventa sempre più complesso, servono più figure per un efficace lavoro», il messaggio del club che ha diffuso sabato l’organigramma per la prossima stagione. Le deleghe di Marco Fassone, direttore generale del Napoli per due anni prima del passaggio all’Inter, sono state trasferite ai dirigenti che affiancano da tempo De Laurentiis: Chiavelli e Formisano; poi a Laura Belli, Antonio Saracino e Nicola Lombardo, il responsabile della comunicazione a cui è stato affidato il settore tv. La supervisione dell’area tecnica è di competenza del direttore sportivo Riccardo Bigon. Ovviamente voce in capitolo continuerà ad avere Mazzarri, che ieri a Palermo ha inaugurato la quarta stagione sulla panchina del Napoli: un perno del progetto, dopo i risultati ottenuti nei primi tre campionati, con una qualificazione in Champions e due in Europa League.
La tv azzurra è pronta, ma Napoli Channel non partirà subito perché, spiega il club, non si vogliono gravare i tifosi di ulteriori spese. I programmi – dalle partite agli allenamenti, dalle conferenze stampa alle attività del vivaio – non verranno trasmessi nè in digitale terrestre nè sul satellite, ma su internet: i tifosi potranno seguire le vicende degli azzurri su pc, Iphone e tablet. Intanto, da Napoli-Fiorentina, la prima in casa, parte la produzione «diretta» delle gare. Il Napoli e la Juve sono le sole società di serie A che hanno deciso di realizzare in proprio i servizi sulle partite interne, mettendo le immagini a disposizione di Sky e Mediaset. De Laurentiis ha stipulato un accordo con la «Rewind M», il responsabile della produzione è Marco Pacciarini. Per ogni partita al San Paolo (di campionato e di coppa Italia), in base alle richieste dei network, vi saranno dalle 8 alle 14 telecamere e un impiego di almeno trenta addetti.
Il sospetto di eventuali tagli delle immagini su episodi della partita favorevoli o contrari agli azzurri neanche sfiora i responsabili della società. «Abbiamo l’obbligo dell’installazione delle telecamere negli stessi punti rispetto ad altre società. Ci saranno i replay e non vi saranno immagini di parte», assicura Pacciarini. Quello televisivo può diventare un florido business per il Napoli, una delle squadre che ha il maggiore appeal. Aspettando quanto accadrà nel 2015, alla scadenza degli accordi con Sky e Mediaset per la cessione dei diritti televisivi.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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