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Napolitano: «Nel calcio stop a razzismo e faziosità»

L'esortazione del presidente della Repubblica alle tifoserie dei club finalisti di Coppa

Un monito contro il razzismo, alla vigilia della finale di Coppa Italia che domani pomeriggio all’Olimpico vedrà affrontarsi Roma e Lazio. Giorgio Napolitano riceve al Quirinale le due avversarie, le invita a mettere da parte «becere faziosità» e fa leva ancora una volta sul calcio per lanciare un messaggio a tutto il Paese: «Se riusciamo ad avere una competizione che non diventi contrapposizione cieca, l’Italia avrà fatto un grande passo in avanti. Il razzismo è segno del degrado del costume civile», ha detto Napolitano rivolgendosi a Pallotta e Lotito, a De Rossi e Saha, affiancati per l’appuntamento dal presidente del Coni, Malagò, e da quello della Lega di A, Beretta. «La faziosità becera va spazzata dagli stadi come dalla politica. Bisogna essere rivali in campo senza essere faziosi», è stato l’invito rivolto dal capo dello Stato, che domani sarà rappresentato all’Olimpico dal presidente del Senato Grasso.
È lo stesso Napolitano ad auspicare che quella di domani sia «una giornata di serenità e di passione sportiva. Chiunque vinca sarà una bella giornata». Napolitano usa toni forti per stigmatizzare quanto accaduto nel finale di stagione a proposito di razzismo: argomento delicato domani, anche oltre la sicurezza attorno allo stadio, vista la squalifica della curva della Roma per i cori anti-Balotelli e i tanti precedenti dell’Olimpico. «Voi sapete meglio di me quali siano i nemici del calcio: deviazioni speculative che hanno dato luogo a eventi giudiziari clamorosi; la violenza in qualsiasi forma si manifesti; e infine la beceraggine. Non riesco nemmeno ad attribuire una valenza ideologica ai cori razzisti – sottolinea Napolitano – perchè se c’è lume di intelligenza non si può fare del razzismo, nell’Italia di oggi, nell’Europa d’oggi. È soltanto degrado del costume civile. Bisogna riuscire a spazzarlo via dagli stadi, e il calcio ne guadagnerà grandemente».
L’obiettivo condiviso è che quella di domani sia soprattutto la festa del calcio. E per questo da più parti si cerca di stemperare la tensione del derby. A cominciare dal presidente del Coni, Malagò, che ha auspicato che ci siano «dialogo, condivisione e rispetto. Questa è una occasione particolare – ha proseguito – è la prima volta che la finale di Coppa Italia è un derby. Roma è invidiata in tutto il mondo per la sua storia. Dimostriamo di essere all’altezza con una lezione di civiltà». L’invito che tutto vada per il meglio arriva anche da De Rossi: «Sarà una festa, le armi resteranno a casa: noi per primi sentiamo il peso di non esasperare dal campo ulteriormente gli animi», la sua “singolare” assunzione di responsabilità. Il clima è caldo. «O Coppa o morto»: è la scritta comparsa su un muro all’esterno dell’impianto di Trigoria, dove si allena la Roma. La scritta è apparsa a poche ore dalla sfida con la Lazio. La Digos ha avviato accertamenti.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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