«Bravi, bravi tutti». Giorgio Napolitano ha vissuto le emozioni dei tifosi azzurri. E alla fine di una giornata intensa, inizio della visita di Stato in Polonia, è voluto scendere negli spogliatoi della Gdansk Arena. «Vincere incoraggia in momenti di crisi» aveva detto in mattinata sul match, una sorta di derby Italia-Spagna dello spread. «Una cosa è la crisi, un’altra la continuità sportiva dei due Paesi; ma certo, un successo li incoraggerebbe. Ma ovviamente, vincerà uno solo».
Non ha vinto nessuno. O meglio hanno vinto tutte e due. Così Napolitano, in tribuna tra il presidente polacco Bronislaw Komorowski, il principe Felipe di Spagna e Lech Walesa, padre nobile della Polonia, non ha nascosto le emozioni. «Si è divertito, e ha sofferto come noi nel finale» racconterà Prandelli. Quando è entrato negli spogliatoi, con il presidente del Coni Petrucci e il segretario generale Pagnozzi, ha subito abbracciato Buffon ricevendo in dono la maglia del capitano. «So che è sudata, ma la terrò così. So che non si lava». Poi al portiere ha ricordato del «discorso politico che lei pronunciò quando veniste in visita al Quirinale: guardi, Buffon, che è ancora agli atti…». Era un appello ai politici per l’unità nel momento della crisi: il Capo dello stato gradì, e ieri se ne è ricordato. Lasciando lo stadio, Buffon ha raccontato l’episodio e, parlando anche a nome dei compagni, ha spiegato quanto il gruppo abbia apprezzato l’iniziativa: «Siamo felici che la prima autorità istituzionale del Paese si sia scomodata per noi. Penso che anche la nostra squadra, in un momento così delicato, abbia dato una mano alll’Italia».
Non a caso sugli spalti è pure comparso uno striscione: «Non ci deludete: abbiamo scommesso su di voi…». Cosa che non poteva essere sfuggita a Buffon. «Cosa ho pensato? Simpatici…». «Qual è il feeling che mi lega al presidente? Non lo so, però c’è – ha aggiunto – l’ho definito una personalità non catalogabile, e questo credo gli abbia fatto piacere». Poi, si passa alla squadra. «Stasera ho visto l’Italia che ho sempre sognato. Una squadra in cui tutti si aiutano Sono orgoglioso: ci eravamo dimenticati che qui giocano dei campioni del mondo». Forse anche l’occasione per una piccola rivincita: «Casillas e io i più forti del mondo? Eppure solo poche settimane fa, per un errore col Lecce, si parlava in negativo di me. Cosa ho pensato quando Torres si è involato verso la porta e ha calciato il pallonetto? Lasciamo perdere. Sull’altra palla gol, invece, mi sono ricordato di quando giocavo libero: l’ho fatto allargare, e poi gli ho tolto la palla con l’altro piede».
La visita di Napolitano era cominciata in tarda mattinata. Atterrato a Danzica ha sostato ai piedi del monumento dei caduti di Solidarnosc, davanti ai cantieri. Dopo il pranzo di Stato col presidente polacco e il principe Felipe, un riposo e l’arrivo allo stadio accompagnato dalla moglie Clio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro