Diventa complicato commentare un’eliminazione del genere, figlia di tante cose, dalla sfortuna in primis che ha voluto premiare un traversone senza pretese di Pina al 58′ tramutandolo in rete e non l’azione sulla sinistra di Mertens al 43′, con una palla tesa insidiosa al centro deviata da Musacchio che si è infranta sull’incrocio dei pali. E’ però la quarta partita consecutiva che il Napoli non vince e non può essere ricondotto tutto alla sfortuna.
LE SCELTE DI SARRI La novità nel Napoli nella formazione titolare è nella scelta di schierare Insigne e Mertens contemporaneamente nel tridente offensivo alle spalle di Gonzalo Higuaìn. Out ancora una volta Gabbiadini, a centrocampo è lo spagnolo Lopez ad affiancare Valdifiori, per motivi sia legati alla maggiore fisicità dell’ex Espanyol che all’intesa tra i due calciatori maggiormente abituati a scendere in campo assieme. A completare il pacchetto della mediana c’è Marek Hamsik. In difesa out Koulibaly, rimpiazzato da Chiriches. La coppia Chiriches-Albiol viene esposta subito al rischio maggiore emerso nel precampionato quando sono stati schierati assieme. Con la difesa alta chiesa da Sarri per tenere la squadra in pochi metri, senza Koulibaly il Napoli non ha difensori veloci per chiudere sulle improvvise verticalizzazioni nei contropiedi avversari (come accaduto con Niang ad inizio partita contro il Milan). Questa volta però è Bakambu ad esser lanciato in campo aperto da Soldado, bravo comunque prima Chiriches a rientrare ostacolando l’attaccante del Villarreal, poi Reina ad evitare il goal. E’ un caso isolato comunque. Il Napoli controlla la gara e con un pressing organizzato a centrocampo riesce sempre a fare da filtro aiutando Chiriches ed Albiol nei disimpegni.
LE SECONDE PALLE Nella preparazione alla gara Sarri ha dato molta importanza alle seconde palle, spesso infatti abbiamo assistito a verticalizzazioni improvvise per Higuaìn, respinte per la maggior parte dei casi centralmente da Musacchio e Ruiz, su cui poi si avventavano Hamsik, Mertens ed Insigne. Proprio su una seconda palla nasce il goal di Hamsik che raccoglie una respinta al volo trovando un destro preciso all’angolino. Non è fissa, soprattutto nella prima parte del primo tempo, la posizione di Insigne e Mertens. Spesso i due esterni azzurri andavano a scambiare la propria posizione per dare maggior imprevedibilità all’attacco, contrariamente a quanto accade spesso in campionato dove è il belga a restare fisso sulla destra con Insigne nella solita posizione sulla sinistra per rientrare sul destro e cercare l’assist per Higuaìn o l’inserimento del centrocampista o quello di Callejon sul secondo palo, con il Villarreal invece è lo stesso Insigne a trascorrere la maggior parte del tempo a destra, con il belga che a sinistra ritrova parzialmente il suo estro e la sua imprevedibilità nell’uno contro uno, limitati quando non gioca a piede invertito, sulla fascia opposta. Insigne a destra rappresenta però una mossa anche da leggere in chiave tattica, su quella fascia infatti agiva Denis Suarez, e Lorenzo assicura maggior copertura in fase di non possesso.
CAMBIO DI RITMO Nella ripresa il Napoli ha giocato ad un ritmo leggermente inferiore rispetto al primo tempo dove il risultato di 1 a 0 stava stretto ai ragazzi di Sarri. Il goal del Villarreal arriva al 58′ su un fortunoso cross di Pina che termina la sua corsa all’incrocio dei pali opposto, traiettoria imparabile per Reina e pareggio che sa di beffa per la squadra che aveva dominato la gara. Nei minuti prima del goal però il Villarreal stava cominciando ad aumentare la pressione sugli esterni ed al 56′ ha sfiorato il pari ancora una volta con Bakambu anticipato da un intervento strepitoso di Reina in presa bassa. Come con la Juventus e poi con il Milan in campionato il calo di ritmo degli azzurri è fatale, ancora una volta con un episodio sfortunato, che non agevola certo l’umore del gruppo, nuovamente colpiti alla prima occasione o quasi.
ASSALTO FINALE Nei minuti immediatamente dopo il pareggio del Villarreal la squadra di Sarri ha provato ad attaccare a testa bassa, senza però la giusta lucidità per organizzare la classica tela di passaggi che permette agli azzurri di creare superiorità numerica sugli esterni e sfornare azioni pericolose. Il gioco del Napoli necessità di intensità, velocità ma soprattutto lucidità nelle giocate. In questi momenti probabilmente pesa l’assenza di un’alternativa tattica, rappresentata da un centravanti di peso, per liberare Higuaìn ed appoggiare la manovra cercando la torre per una sponda di testa e riempire ulteriormente l’area di rigore, il ruolo occupato da Zapata lo scorso anno. Insigne però al 72′ prova ad accendere la scintilla, conclusione di collo esterno destro ad incrociare su cui Areola si supera tenendo in piedi gli spagnoli. Solo al 77′ Sarri fa entrare in campo Gabbiadini, il Napoli trae subito giovamento dall’ingresso in campo dell’ex Samp, gli azzurri creano maggiore densità in area e riescono ad essere pericolosi più volte. E’ mancato il guizzo, quello che c’è stato con Hamsik nel primo tempo. Con il senno di poi poteva andar fatta prima la mossa di Gabbiadini. Con l’ingresso dell’attaccante in campo al posto di David Lopez la squadra si è schierata con un 4-2-4 ultra offensivo, con Mertens ed Insigne sugli esterni, esponendosi certamente al contropiede del Villarreal, un rischio da correre però quando bisogna recuperare due goal con le necessità di creare densità nell’area di rigore avversaria contro una squadra che ha nella capacità di difendersi, creando due linee da quattro uomini perfettamente armoniche, la sua qualità principale, concedendo a volte il cross sull’esterno al netto però di una netta superiorità numerica nella propria area. L’errore che si può fare adesso è attribuire tutte le colpe della mancata qualificazione agli episodi ed alla sfortuna che è certamente una verità ed un dato di fatto, ma parziale. La squadra è in un momento di difficoltà, tira di meno in porta rispetto a qualche settimana fa ed è molto più imprecisa negli ultimi trenta metri, c’è un po’ più di frenesia e meno lucidità e come già scritto, il gioco del Napoli si fonda su un’idea di calcio precisa, che ha bisogno di velocità ed intensità, assecondata alla supremazia territoriale che comunque gli azzurri stanno riuscendo ad ottenere e purtroppo ad oggi non si ha una vera alternativa quando non si riesce a tessere la propria tela. La sfortuna può essere un alibi pericoloso, bisogna essere anche consapevoli dei propri limiti e lavorare per ritrovare la strada parzialmente perduta, magari già da lunedì sera contro la Fiorentina.
Andrea Cardone
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