Finisce tra i fischi del San Paolo come non capitava da tempo. Frenata preoccupante del Napoli: pareggio rocambolesco con l’Udinese capace di rientrare due volte in partita e di sfiorare addirittura il colpo grosso nel concitato finale. La squadra disegnata da Benitez segna con facilità ma con altrettanta facilità subisce reti incredibili, conseguenza di ingenuità difensive colossali. Gli azzurri si fanno rimontare due volte dai friulani di Guidolin: prima dal 2-0 al 2-2 e poi dal 3-2 al 3-3. Un brutto segnale per il campionato con la Juve sempre più in fuga (e ora a + 8 sugli azzurri) e alla vigilia della sfida decisiva di Champions League con l’Arsenal. Un brutto segnale in generale: in Italia, e non solo, vince da sempre chi subisce meno reti e non chi ne segna di più. Juve e Roma sono prima e seconda in classifica proprio perché hanno le difese più forti. Il Napoli invece incassa troppi e gol e concede troppe palle gol agli avversari. Soprattutto in vantaggio occorrerebbe un atteggiamento più prudente a difesa del risultato o comunque meno spregiudicato. E anche i cambi potrebbero essere effettuati in tal senso magari con l’inserimento di un centrocampista al posto di un attaccante. Invece Rafa va avanti dall’inizio alla fine con lo stesso modulo il 4-2-3-1 e con lo stesso atteggiamento troppo offensivo anche quando non ce ne sarebbe bisogno (vedi il cambio ruolo per ruolo di Mertens al posto di Pandev sul 3-2) e sarebbe più opportuno coprirsi e puntare alla cosa più importante: il risultato.
Partita complicata dall’inizio con l’Udinese disposta ermeticamente in fase difensiva. La sblocca Pandev con l’uno-due in tre minuti (37′ e il 40′). Prima rete da grande opportunista, tocco in allungo a due passi da Brkic. Il secondo guizzo è la specialità del repertorio, girata di sinistro spalle alle porta per nobilitare una giocata fantastica di Higuain. Poi però il Napoli rimette in corsa la squadra di Guidolin, un regalo vero e proprio nell’ultima azione del primo tempo: da calcio d’angolo arriva l’autogol evitabilissimo dell’argentino Fernandez. Avversario scomodo l’Udinese. Guidolin disegna la sua squadra sull’avversario e in fase difensiva i bianconeri si sistemano con il 5-4-1. In tutte le zone del campo scattano marcature fisse, ognuno aspetta in zona il suo uomo e così si annullano le fonti di gioco azzurre: aggrediti appena ricevono palla a centrocampo anche Inler e Dzemaili rispettivamente da Allan e Lazzari, vita dura anche per gli esterni, soprattutto per Callejon. Il Napoli ha difficoltà a trovare spiragli nell’attentissima disposizione dei friulani. In più l’Udinese quando ha la palla tra i piedi si propone con incisività grazie al passo breve di Gabriel Silva e Bruno Fernandes sulla fascia sinistra e di Nico Lopez, unica punta più avanzata al posto dell’assente Di Natale. Nel secondo tempo il Napoli riparte più deciso. Gervasoni legge male una situazione da calcio d’angolo e fischia fallo contro a Higuain per carica su Brikic, invece è Domizzi ad abbattere il suo portiere e a commettere un fallo da rigore successivo per tocco di mani. Il Napoli insiste e chiude nell’angolo i friulani ma non c’è precisione nelle conclusioni in porta. L’Udinese non muta atteggiamento, tutti dietro la linea della palla, rapidità e incisività nei cambi di fronte. Guidolin inserisce Maicosuel e toglie un difensore, Hertaux, e passa al 4-3-3. Arriva la doccia fredda del pareggio di Bruno Fernandes, palla persa da Inler, tiro improvviso e Rafael sorpreso (25′). Gli azzurri si riprendono subito: spunto di Higuain, controllo e tiro, respinge Brkic, tap in vincente di Dzemaili. Le squadre si allungano arrivano pericoli da una parte e dall’altra. Il Napoli commette l’errore di scoprirsi troppo invece di preoccuparsi innanzitutto di conservare il risultato. E l’Udinese da calcio d’angolo segna il 3-3 con Basta: altra dormita della difesa.
Fonte: Il Mattino
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