Dopo l’Inter anche il Napoli si ferma e la Juve se ne va: è già campione d’inverno con due turni di anticipo. Azzurri ko al San Paolo da un Bologna cinico che non ha rubato nulla. Nel primo tempo Napoli all’arrembaggio ma passano gli emiliani con Gabbiadini. Nella ripresa al 7’ il pari di Gamberini smarcato da Insigne che fa il bis con un cross-assist per il raddoppio di Cavani di testa (nella foto). Poi il buio: azzurri spreconi sotto porta con Hamsik e il Matador, il Bologna prima pareggia con Kone in acrobazia e poi pesca il jolly della vittoria con Portanova. Rivincita mercoledì in Coppa Italia. Oggi la sentenza della Disciplinare: incubo penalizzazione di 2 punti.
Il capitano dei rossoblu, al rientro dalla squalifica, è legato al Napoli (ha giocato un anno in azzurro prima del fallimento e la moglie è di Arzano), ma stavolta non ha guardato ai sentimenti. Passando dallo smarrimento all’esaltazione, infine allo sconforto, Mazzarri resta terzo con i suoi uomini dopo una partita da incubo. Quando sembravano ormai certi i tre punti, c’è stato l’uno-due di Pioli, che ha inflitto al collega l’ennesimo dolore: una bestia nera, soprattutto un allenatore che conosce i punti deboli del rivale.
Imbarazzanti i primi 45’ contro il Bologna, con quel gol segnato da Gabbiadini dopo una manciata di minuti tra difensori immobili: partenza in salita, non è la prima volta. Vivace la ripresa, con il pari firmato dall’ex Gamberini: ha segnato un difensore appena Mazzarri ha mandato in campo il quarto uomo d’attacco, Pandev, rinunciando a Britos. Più aggressivi gli azzurri, Insigne ha confezionato due eccellenti assist per il difensore e per Cavani, arrivato a 20 gol in 20 partite. Il Matador sembrava aver perfezionato la rimonta sul Bologna, ma l’insidia e la sconfitta erano dietro l’angolo.
Mazzarri è stato duro a fine partita. Ha preso atto della realtà, di due problemi: 1) i frequenti errori della difesa, che sta per perdere il suo punto di forza, il capitano Cannavaro; 2) la difficoltà a chiudere le partite, segnando una rete in più dell’avversario. Stavolta non ci si può accontentare del gioco e delle palle-gol, com’era accaduto a Milano nella sfida contro l’Inter. Non solo De Laurentiis preferisce i punti agli elogi, ma anche Mazzarri e i tifosi.
Il Napoli resta alle spalle dell’Inter e nelle prossime ore potrebbe scivolare più dietro. È attesa la sentenza a carico del club, di due suoi calciatori (Cannavaro e Grava) e di un ex calciatore (Gianello) che ha messo nei guai la società e i compagni in maniera assolutamente consapevole nell’ultima partita del campionato 2009-2010, quando tentò una combine prima della partita con la Samp. La società si avvia verso i 2 punti di penalizzazione perché la Disciplinare non avrebbe accettato l’attenuazione della pena proposta dal procuratore Palazzi, che si è reso conto della particolarità della vicenda, con quel terzo portiere da tempo emarginato perché ritenuto da Mazzarri professionalmente non affidabile. A De Laurentiis resta la chance degli appelli alla Corte di giustizia federale e al Tribunale nazionale dello sport e gli esperti della materia prevedono uno sconto. È forse questo il senso della giustizia domestica: ogni giudice sembra fare come gli pare e quindi si passa dalla Disciplinare «dura» al Tnas «morbido». Ma quando arriva una reale riforma della giustizia sportiva, che dovrebbe anzitutto accertare e pesare le responsabilità? I magistrati della Procura di Napoli hanno escluso qualsiasi coinvolgimento di Cannavaro, di Grava e del Napoli nella combine tentata da Gianello, però i giudici della Disciplinare non ne tengono conto. E davanti ai provvedimenti in arrivo da Roma la rabbia lascerà il posto al silenzio. Degli innocenti, naturalmente.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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