NAPOLI – La vogliamo dire tutta? Però sommessamente, senza sbandierarlo, perché in caso contrario potrebbe rompersi l’incantesimo. Se di incantesimo si tratta. Diciamocelo francamente allora, anche a costo di essere scontati. A volte la miglior difesa è proprio la difesa, perché abbiamo già visto che se l’attacco va (e nel nostro caso anche parecchio bene) non è sempre detto che alla fine ne benefici anche il reparto arretrato. Perché bisogna poi sempre farne più di quanti se ne incassano, e a questo tutti ci arrivano.
IMPERMEABILI – Zitti zitti però, a forza di battere e ribattere, con i venti che finalmente girano a favore, si sta riuscendo a tappare quella falla che aveva fatto negli ultimi tempi parecchia acqua. Sono tre incontri, anzi quasi quattro, che il comparto delle note dolenti riesce a non prendere gol. Napoli-Roma 3-0, Sassuolo-Napoli 0-2, Swansea-Napoli 0-0. Ma a ciò va aggiunto anche il Napoli-Milan del 3-1, con la rete rossonera arrivata al settimo del primo tempo. Poi divieto di accesso per il resto del match, il che fa 353 (esclusi recuperi) di difesa perfettamente impermeabile. Un bel passo avanti, un piccolo traguardo che dall’inizio dell’era-Benitez non s’era mai raggiunto. Anzi, sul Napoli erano piovute critiche a catinelle, sul banco degli imputati quella difesa ballerina che ne prendeva più del dovuto. Anche uno in più della Fiorentina (27 a 26) che segue a sei punti di distanza. Si è riusciti a trovare l’antidoto ad hoc? Napoli perciò guarito nella zona sofferente? Eppure non è che si sia stravolto un reparto dopo il mercato di riparazione. Vediamo un po’ allora se qualcosa è cambiato davvero, o se il punto di svolta sia da ascrivere in maniera preponderante ad una bella girata di vento.
I NUOVI – E’ arrivato Henrique che, come si suol dire, è del “mestiere”, è arrivato Ghoulam, che pure è del settore ma in maniera molto meno centrale, essendo prevalentemente un terzino ma con compiti anche di incursore. E, se il brasiliano ha concorso in maniera determinante a rendere la porta inviolabile solo in quel di Swansea, l’esterno franco-algerino l’ha fatto nelle altre tre occasioni, vanificando spesso le incursioni avversarie. Insomma, la cerniera stavolta s’è chiusa per bene, ma a ciò hanno contribuito anche altri e non secondari fattori. E’ arrivato quel Jorginho che ha ridato equilibrio e peso ad un centrocampo che riusciva solo ad intermittenza a fare da filtro alla difesa. E quelle volte che è stato impiegato (tranne Sassuolo e Swansea) i benefici si sono visti, eccome. L’intesa con Inler (soprattutto) è stata dall’inizio delle migliori e lo schermo protettivo ha funzionato al meglio.
CORRETTIVI – In più poi, Don Rafa e il suo staff, individuato il “dente” dolente, vi hanno battuto la lingua incessantemente. Tutti gli allenamenti, dall’inizio dell’anno, hanno incluso lunghe lezioni di difesa, atte a perfezionare i sincronismi e i movimenti di una linea che non sempre agiva in sintonia con le altre due. Anche i portieri hanno contribuito, e pure molto bene. Peccato per Rafael, degno sostituto di un Reina indiscutibile, seppur bersagliato da ricorrenti problemi fisici. Strepitoso il brasiliano soprattutto in Europa League. Troppo bello per durare troppo, peccato. E poi quel pizzico di fortuna che, anche in più occasioni, non guasterebbe di certo. Lo Swansea aveva fatto il tiro a bersaglio ma stavolta quella stregata era la porta azzurra.
Fonte: Corriere dello Sport
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