Se continua così, El Matador si convincerà che l’Inter non gli porta granché bene. Come accadde a maggio scorso nel match della grande festa Champions, infatti, anche stavolta lui non ci sarà. Allora mancò al San Paolo perché squalificato; sabato, invece, starà fermo perché tormentato da una caviglia traditrice. D’accordo, la storia dello scorso campionato è singolare e racconta che senza di lui in campo dall’inizio (tre volte è subentrato) oppure assente anche in panchina (è capitato altre tre volte), il Napoli non è stato mai sconfitto – addirittura quattro vittorie due pareggi, l’ultimo proprio contro i nerazzurri – ma la cosa non sembra consolare. E allora: AAA cercasi alternativa là davanti, mentre, come accadde a Manchester, con Maggio che torna sulla destra si fa largo anche l’ipotesi di Zuniga sulla fascia mancina. Questione di maggiore copertura su quel lato, tutto qui. E in attacco? Beh, in attacco Mazzarri ha almeno un paio di alternative. Punti fermi, – ci mancherebbe pure! – il Pocho e Marek Hamsik, ecco quel che può accadere.
IPOTESI UNO –Lavezzi falsa prima punta e attaccante d’eterno movimento per far impazzire Lucio e Samuel e, appena alle sue spalle, Hamsik sulla destra e Santana sul lato sinistro. Due “attaccanti” con obbligo diripiegare quando la palla l’avrà l’Inter o, se si vuole, due centrocampisti con licenza d’attaccare. Una scelta, quella di Santana manovratore di sinistra del tridente ( ma sarebbe poi un tridente?) confortata comunque da qualche precedente. Mazzarri, infatti, ha già proposto l’argentino tre volte su quattro in campionato: a Cesena e a Verona dall’inizio, e poi sul finire, in casa, contro la Fiorentina al posto di Lavezzi. A favore di Santana in campo sabato notte a Milano contro l’Inter, la sua capacità di cavarsela in tutte e due le fasi. Insomma, ala quando occorre, ma poianche copertura.
IPOTESI DUE –Largo a Pandev. Lui, per la prima volta da vero ex contro la sua Inter, attaccante centrale con Hamsik da una parte e Lavezzi dall’altra. Un tridente, questo, che non ha precedenti. Mai loro tre assieme in campo, infatti. Neppure per segmenti di partita. Un attacco inedito con un vantaggio e uno svantaggio. Il vantaggio: l’esperienza indiscussa dell’ex nerazzurro che a San Siro avrebbe mille motivi e mille voglie per darsi da fare. Lo svantaggio: la sua non proprio eccellente condizione atletica. Il macedone,infatti sino ad oggi in azzurro si fa ricordare soprattutto per quella traversa centrata a Cesena a porta spalancata. In verità tra coloro che sperano d’avere un po’ di spazio c’è pure Mascara, titolare una sola volta contro il Chievo e basta. Ma per l’ex attaccante del Catania sembra scontata anche stavolta la panchina. Idee. Ragionamenti. Ipotesi. Prima di decidere, infatti, Mazzarri vuol pensarci bene. E magari capire anche in che modo Ranieri disegnerà l’Inter per quello che sarà il proprio esordio sul prato di San Siro. Non lo dirà mai, Mazzarri, ma probabilmente la sua speranza è che Ranieri alla fine decida per il trequartista con Cambiasso davanti alla difesa per un centrocampo disegnato a rombo. Perché se è vero che in questo caso il Napoli potrebbe patire qualche sofferenza in mezzo al campo, è vero pure che gli azzurri avrebbero più spazio sulle fasce, dove – questo forse il pensiero e anche la speranza di Mazzarri – potrebbero cercare e trovare profondità gli attacchi della coppia Maggio-Hamsik a destra e Zuniga-Lavezzi dalla parte opposta. Lotteria del tridente a parte, l’altra novità riguarda il ballottaggio tra Dossenae Zuniga per il ruolo di quarto di sinistra a centrocampo. Sino ad oggi è stato quasi sempre Dossena il preferito, ma a Milano le cose potrebbero cambiare. Zuniga, si sa, per questione di “piede” si trova meglio a destra, ma ha giocato tante volte sul lato opposto che ormai s’è abituato. E dovesse cadere sul colombiano la scelta di Mazzarri, cadrebbe la terza alternativa. Quella di Zuniga partner di Hamsik alle spalle di Lavezzi. Ruolo nel quale l’allenatore azzurro l’ha voluto spesso. L’ultima volta in Inghilterra contro il City. E non fu male.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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