L’ultima volta fu il 16 settembre: toccò a Parolo festeggiare al 41’ del primo tempo di Napoli-Parma, al San Paolo, prima di chiudere bottega. Da quel momento di sedici giorni e tre partite fa, anzi quattro considerando l’Europa League, gli azzurri hanno detto basta: un muro davanti alla porta; non si scherza e non si passa. E se capita, beh, ci pensa De Sanctis. Risultato: dopo sei giornate di campionato la squadra di Mazzarri, che comanda la classifica insieme con la Juventus, ha la miglior difesa della serie A con soli 2 gol subiti. Dal 16 settembre, per l’appunto.
IN CASA – E allora sembra proprio che, dopo i tormenti della stagione precedente, quella di un grande attacco a fronte di una difesa troppo spesso disattenta e colta in flagranza di errori individuali, il Napoli abbia ritrovato la solidità difensiva che di Mazzarri è un marchio di fabbrica, e anzi l’abbia migliorata ancora. Di certo ci sono i numeri, le statistiche, che parlano di due gol appena incassati: uno con la Fiorentina alla seconda giornata, con la firma di Jovetic, l’altro con il Parma alla terza. E sempre al San Paolo. In casa. Poi, stop: fedina limpida in trasferta e anche con la Lazio.
DOLCE TRASFERTA – Sì, lontano da Napoli gli azzurri non si sono mai inchinati: Sicilia felix da Palermo a Catania, dove però il popolo e il gruppo ringraziarono – e lo fanno ancora – i riflessi di un prodigioso De Sanctis contro Gomez; Genova blucerchiata piena di relax, nel senso che le sole conclusioni verso la porta azzurra, di Estigarribia e Obiang, non hanno neanche centrato lo specchio. Trasferta dolce trasferta: tutto liscio, tutto tranquillo e un bottino di due vittorie e un pareggio.
CHE ORGANIZZAZIONE – Una solidità, un’impermeabilità frutto sia dell’organizzazione complessiva sia delle prestazioni dei singoli. Prima di tutto, però, la squadra: un lavoro certosino che comincia dal pressing e dai rientri delle punte, con uno strepitoso Cavani che fa il pendolo tra le due aree, con picchi massimi di chiusure degne di un marcatore insuperabile e giocate aeree preziosissime sui calci piazzati (angoli in primis); passa per la diga di centrocampo, con i mediani a fare filtro e a ringhiare e raddoppiare, e con le ali, Maggio su tutti, a massacrasi di lavoro in copertura e a sfruttare la sua ottima scelta di tempo nell’uno contro uno; e finisce ai marcatori centrali, quella della difesa a tre coordinati da uno splendido Cannavaro. Il capitano, oggi più di ieri, ma anche ieri per la verità, è da Nazionale: merita la convocazione perché è il campo a dirlo. Direttore di un’orchestra che conta anche sull’esplosività di Campagnaro e sulle garanzie di nome Aronica e Gamberini. Con Britos ai box pronto a rientrare e Grava sempre lì, soldato in attesa di chiamata.
MATURITA’ – Un vecchio adagio dice che il miglior attacco è la difesa: beh, per il Napoli non vale, nel senso che subisce poco e realizza tanto. Per la precisione 12 gol fatti, 3 meno della Juve. Numeri top che raccontano una sola realtà: Mazzarri dirige una squadra completa. Equilibrata e spietata. Una squadra pronta a tutto. Matura per tutto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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