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Napoli, tifosi in ansia per gli abbonamenti

 

NAPOLI – L’idea non è nuovissima, gli frullava in testa da almeno un paio d’anni, ma stavolta Aurelio De Laurentiis sembra intenzionato a fare sul serio. Niente abbonamenti, chi vuol vedere il Napoli compri il biglietto al botteghino. Una rivoluzione epocale in una piazza che vive di pane e pallone: “Non vorrei farla – ha detto il patròn – dico ai nostri tifosi di venirci a vedere partita dopo partita”. Se sarà una svolta o una sorta di provocazione per incentivare i tifosi si vedrà, ma considerando che covava il progetto da tempo c’è da ipotizzare che il piano possa esere attuato.

PEGGIO DELLA LAZIO – “Prima proverò a capire quanta gente è intenzionata a sottoscrivere la tessera. Ma ho l’impressione che i napoletani non siano molto interessati. I risultati al botteghino, nelle scorse stagioni, sono stati davvero minimi. Vuol dire che c’è qualcosa che non va. Ne ha venduti di più addirittura la Lazio…”. Uno schiaffo per un club che nella stagione 1975-76, quella con l’acquisto di mister 2 miliardi Beppe Savoldi, fece registrare un record non più superabile: 70.402 tessere. Un tetto che neanche l’epoca d’oro maradoniana riuscì a raggiungere anche se si registrò un picco di 65.099 abbonati. Cifre impensabili ai tempi attuali. Non c’erano le pay-tv, per vedere le partite era obbligatorio andare allo stadio, basti pensare che, a parte le immagini dei gol (quelle che oggi si chiamano highlights) a 90esimo Minuto c’era solo la Rai che trasmetteva “un tempo di una partita di serie A” alle ore 19 sul secondo canale. Sarà dunque per la sovraesposizione del calcio in tv, sarà per l’effetto negativo del campionato spezzatino di certo c’è che quella realtà che ai tempi di Ferlaino costituiva la prima fonte di introiti è andata sempre calando. Oggi gli incassi allo stadio, tra abbonati e paganti, non sono piùla prima voce nel capitolo delle entrate di un club.

IL TREND NEGATIVO – A far riflettere De Laurentiis sull’opportunità di non presentare la campagna abbonamenti sono le cifre che parlano di un trend negativo nelle ultime stagione. Nei sette anni di presidenza del produttore cinematografico si è passati dalla crescita alla diminuzione secondo un tracciato inequivocabile. Al primo anno di C, dopo il fallimento, ci fu la caccia all’abbonamento e 19.065 tessere per un campionato di C1 resteranno nella storia. La delusione per la mancata promozione si fece sentire solo fino a un certo punto, visto che sempre in C nel 2005 ci furono 13.738 abbonati. Poi il crescendo: 19.553 abbonamenti in B, 22.582 nel primo anno di serie A e 23.000 nella stagione successiva.

IL FLOP DELL’ANNO SCORSO – Dal 2010 però ecco che qualcosa si è spezzato: solo 17.000 tessere due anni fa ed ancora meno la passata stagione. Il ato ufficiale non è stato mai fornito ma non si sono raggiunti i 13.000 abbonati, record negativo dell’era De Laurentiis. Il tutto in stridente contrasto con la media di spettatori che è sempre stata elevata. Il presidente ci ha provato in vari modi, offrendo anche le tessere a rate, vendendole in banca e contenendo i prezzi per i settori del San Paolo più popolari ma niente è cambiato. Eppure fino a due anni fa in serie A solo Inter e Milan potevano vantare una media di tessere nettamente superiore. Nei sette anni precedenti, secondo i dati della Lega i rossoneri avevano una percentuale da record, oltre 47.000 abbonati, seguiti dai cugini nerazzurri con oltre 42.000 tessere di media. C’era poi la Roma con circa 30.000 abbonati di media. Il Napoli, relativamente al quinquennio di De Laurentiis, che però ha visto il club per due anni in serie C e per uno in serie B, aveva una media di oltre 19.500 abbonati. Quelle tessere, però, rischiano di diventare cimeli per collezionisti se davvero De Laurentiis dovesse decidere di annullare gli abbonamenti. Non è neanche un discorso di prezzi, dal momento che mediamente per le curve il costo era di circa 12 euro di media per ogni gara. La reazione alle parole del presidente però c’è stata: in tanti hanno protestato chiedendo a De Laurentiis di fare retromarcia ma a giudicare dalla replica del patròn la situazione resta ancora in alto mare: “Mi hanno chiamato per dirmi di far partire la campagna abbonamenti – ha detto lui – io ho risposto: allora è un plus, me lo dovete pagare di più”. Sicuramente entro le prime due settimane di luglio la decisione, in un senso o nell’altro, verrà ufficializzata. E i fedelissimi incrociano le dita.

Fonte: Il Roma

 

La Redazione

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