Sorpresa. Lo special one (ogni accostamento, non sia mai detto, è semplicemente statistico) però è un insospettabile, bulimico, affamato, cannibale difensore che ondeggia tra il campo e la panchina, che non ha la certezza d’un posto da titolare per sabato sera, ma che ha conquistato talmente tanto in passato da voler adesso provare l’ebbrezza di esultare pur lontano dal proprio giardino: eh sì, perché l’erba di Reveillere è stata verde per davvero, come dimostrano i cinque scudetti, le cinque supercoppe e le due coppe di Francia, che abbelliscono l’arredamento e la bacheca.
Però. Poi c’è Sua Maestà Benitez, che ne ha di serate da poter un giorno rievocare ai nipotini: fosse solo il 3-3 sul Milan, con successo ai rigori; fossero solo le due Liga con il Valencia; fosse solo l’ultima Europa League con il Chelsea. Ci sono affermazioni in quattro Paesi diversi, però non è finita: e Fiorentina-Napoli è una chanche da regalarsi, l’ennesima coccarda da poter esibire e pure l’opportunità per ricordare – e ricordarsi – che nella sua prima annata, Benitez sa bene come si fa e l’ha (sinora) dimostrato, piazzando subito la stoccata vincente.
Le star. Ma la Spagna, manco a dirlo, ha monopolizzato un lustro e passa del Terzo Millennio ed ha sostenuto la raccolta indifferenziata di Pepe Reina e di Raul Albiol, che hanno casa occupata da Liga, da coppe, da due Europei e da un Mondiale. E’ Fiorentina-Napoli e vale ciò che sono, non quel che sono stati: però in un faccia a faccia che si ciba d’emozioni da governare, l’esperienza può servire per riucire a domar se stessi. Hanno vinto e tanto, l’hanno fatto difensori, centrocampisti e attaccanti, c’è chi c’è riuscito a Napoli – quelli della prima coppa Italia – e chi invece ha avuto un passato in Patria, come Henrique, che s’è portato un Paulista sul cuscino e ci si è addormentato su.
Who is?. – Si fa in fretta a fare il censimento, perché basta perdersi un attimo dinnanzi alla memoria dell’ultimo decennio, quello che comprende l’estasi conosciuta da diciassette calciatori e da un allenatore, quella che stavolta insegue il Napoli che ha raccolto di meno, non avendo avute la possibilità o la fortuna: L’Insigne (che ha vinto però la serie B con il Pescara di Zeman) o i Jorginho, gli Zapata. Basta girarsi un po’ intorno, lasciarsi trascinar per mano e ascoltare: « Napoli, seguici: noi sappiamo come si fa ». Perché aver vinto può aiutare a vincere.
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