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Mazzarri, tentazione Pandev nel tridente più Insigne

Il macedone vuole riprendersi la squadra dopo la serata sfortunata di Pechino

Meglio abbondare: e vedendo sfilare sotto gli occhi Hamsik e Cavani, Pandev e Insigne, la tentazione – un po’ come la domanda – sorgerà spontanea. Le ombre cinesi si sono (definitivamente) dissolte e dal tunnel del «Nido d’uccello» sta per riemergere la sagoma ciondolante d’un macedone affamato, il top player confermato a suon di sette milioni di euro e sistemato nel progetto iniziale al fianco o (appena) alle spalle del matador: ma il tempo, ch’è un galantuomo, sa sempre come mischiare le carte e produrre enigmi e ora che si ricomincerà, avendo dinnanzi il Parma, a Mazzarri verrà legittimo il dubbio sullo schema e sul modulo, sul sistema e sulle opportunità, sui tenori da cui ripartire per puntare in alto.

L’ORA DI GOL…AN – Un mese in naftalina sa di viaggio all’inferno e il ritorno di Pandev è (anche) una boccata di entusiasmo per un attaccante fermato(si) sul più bello in una notte travolgente, un assist sublime per Cavani e poi un gol con cucchiaio a Buffon, prodezze rimaste impresse negli occhi a mandorla d’una Pechino poi sballottata qua e là da quel «giallo» finale che valse un «rosso» e due giornate di squalifica. Niente Palermo, niente Fiorentina, niente di niente, se non rimpianti per quel 3-5-1-1 studiato da Mazzarri a immagine e somiglianza dei suoi attaccanti, alle modifiche strutturali già individuate sistemando Hamsik tra le linee e portando Goran detto Golan più avanti, e poi riascoltando gli elogi d’un allenatore che aveva scommesso forte al mercato, chiedendo a De Laurentiis di tenergli il macedone per lasciargli il posto di Lavezzi: «Io credo in Pandev, perché è un fuoriclasse e l’ha dimostrato, perché ha il gol nelle sue corde e perché ha vinto già tanto e sa come si fa» . Il Napoli, in principio, è scandito a memoria, ha gerarchie e idee inattaccabili.
IL MAGNIFICO – E’ in quel vortice gigantesco che si scatena a Pechino che la favola di Insigne il Magnifico diventa realtà e accade proprio mentre Mazzarri, dalla panchina, sta per ordinare la sostituzione: dentro il baby-gol fuori Pandev, ma per la normalissima turnazione d’una gara che sta per decollare verso i supplementari. E invece, quando Mazzoleni sventola il cartellino, nasce l’avvicendamento «naturale»: largo a Insigne, prima a Palermo e poi con la Fiorentina e poi, a seguire, persino a Coverciano, con Prandelli e spazio al dubbio amletico che può (lecitamente) serpeggiare in un tecnico. I fatti separati dalle opinioni raccontano della sfrontatezza d’uno scugnizzo che sa sempre cosa fare e come farlo, d’un debutto di un’ora soddisfacente alla «Favorita» e di una prima volta al san Paolo «caratterizzante».
LE IPOTESI – Il Napoli (1) è stato tratteggiato nel tempo e costruito seguendo il corso degli eventi e le ispirazioni dei talenti a disposizione: e quando Insigne era ancora una promessa, la premessa d’obbligo prevedeva centrocampo a cinque, con Hamsik a galleggiare da mezz’ala, Pandev tra le linee, una biscia pure per il regista avversario, e Cavani (unico) terminale offensivo. La prima conversione è per la finale di Supercoppa: Hamsik viene strappato all’ipotesi originale, risistemato come trequartista per inaridire Pirlo, e davanti si torna al tandem, al quale non s’è mai sottratto Mazzarri. Le variazioni sul tema sono possibili, così come un anno fa, e l’avvio travolgente degli interpreti ha indotto a riflessioni, a meditare sulle soluzioni, ad aspettare che maturino gli eventi: per ora, quando il Parma resta un «nemico» ancora assai distante e a Castelvolturno ne mancano dodici – con nell’elenco i quattro «indiziati» principali della metamorfosi. E però, tra le pieghe del futuro, in quelle alternative che galleggiano nell’aria, c’è pure un Hamsik mediano (come in Nazionale, come nel Napoli dell’anno scorso), Insigne e Pandev sistemati sulla trequarti per far la guardia a Cavani e magari per lanciarlo. Lo spartito è pronto, va (semplicemente) scelto il numero dei tenori: ma Pandev adesso è lì…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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