Secondo le ultime previsioni, ad assistere a Napoli-Swansea, ritorno dei sedicesimi di Europa League, saranno in meno di trentamila tifosi, al San Paolo.
Si tratterebbe di un record negativo stagionale per la tifoseria azzurra.C’è chi si indignerà e ricomincerà a fare la stucchevole distinzione traoccasionali e partenopetalebani, ma sul tavolo delle giustificazioni non si può non considerare la struttura organizzativa della seconda competizione continentale, che, oggettivamente, sembra fatta per creare disaffezione: partiamo dalla fase a gironi. Si arriva alla lettera L per dare il nome all’ultimo raggruppamento (dodici gironi, ci sono anche i gruppi J e K!); sfide contro squadre dai nomi improponibili, in paesi improponibili, con trasferte improponibili. Senza sottovalutare il problema a monte del giovedì, che per fortuna, con la posticipazione delle partite sta creando meno disguidi rispetto ai primi anni. Dunque,l’antifascino.
Una volta superata la farraginosa fase a gironi, si arriva finalmente al brivido dell’eliminazione diretta. Anche qui, però, si va incontro a un altro intoppo sistemico. I Sedicesimi di finale. Un turno utile solo a congestionare il calendario, dato che le sfide dovranno essere disputate nell’arco di una sola settimana. Un tour de force che, a dirla tutta, non si è nemmeno tanto motivati ad affrontare al massimo dell’intensità, se si va a considerare che si tratta ancora, appunto, dei sedicesimi di finale. Insomma, tanta fatica per poi ritrovarsi ancora, se va bene, ancora a sei partite dalla Finalissima. L’antifascino parte II.
Forse sono maturi i tempi per Platini e amici per valutare una riforma strutturale di entrambe le competizioni continentali. L’Europa League non è altro che l’ex Coppa Uefa, ne ha mantenuto il trofeo difatti. Allora perché non ritornare alla vecchia formula del dentro o fuori sin dal principio?
Forse sarebbe il caso che dalla Champions League non scendessero tutte le terze dei gironi, ma si studiasse un modo affinché ci si ritrovi dopo la pausa invernale con entrambe le competizioni europee allo stesso livello, agli ottavi di finale, garantendo da una parte meno saturazione degli impegni, dall’altra più adrenalina, più spettacolarità.
Fonte: epressonline
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