Il mare che bagna Vargas è uno specchio invitante e in quella cartolina che si staglia all’orizzonte, l’universo da scoprire è un inno alla felicità. «Ma che bello!». Gli occhi che si riempiono di Napoli vanno a scovare gli angoli più suggestivi dei vicoli e del lungomare e al risveglio, dopo aver sentito ancora la mamma e aver spalancato le finestre, le emozioni pulsano, perché Castelvolturno sta per schiudersi dinnanzi a sé ed Eduardo Vargas più che stordito è ancora felice.
ONDA AZZURRA- L’alba dei suoi nuovi giorni è elettrizzante e i due inviati di Canal 13 (spediti dal Cile) filmano il volto, l’espressione, gli sguardi, lo stupore, cogliendone persino il respiro e seguendone ogni passo, scortandolo sino a davanti i cancelli di quel microuniverso che il Napoli ha blindato per frenare l’euforia travolgente di una città innamorata persa: Castelvolturno, nell’epifania, porta con sé circa trecento fans in attesa di Vargas, che può accedere al bunker, stringere la mano a Mazzarri, scoprire il centro sportivo e familiarizzare con i nuovi compagni, confidando nella «tutela» garantita dall’auto sommersa e però inaccessibile, una sorta di guscio protettivo che aiuta a fendere la folla.
MAGLIA NUMERO 16- Napoli è già un po’ sua ma adesso bisogna prendersi il Napoli, stregandolo da dentro, tra campionato, coppa Italia e Champions, dopo averlo sedotto in Cile, con un repertorio da tenore degno d’una squadra stellare. La maglietta è lì, sullo scanno, e il numero da apporre è già stato suggerito dalla smorfia napoletana: è il 16, che (eufemisticamente!) sta per buena suerte, come gli ha amichevolmente sottolineato l’entourage partenopeo.
LUNGOMARE- La prima notte è un’immersione nell’Italia: per cominciare, un bel piatto di pasta al pomodorino; poi, due paroline in una lingua da afferrare in fretta; e, a seguire, un paio di nottiIl centro sportivo è blindato: fuori 300 euforici tifosi Si allena contento in un letto comodo di via Caracciolo, con vista su Capri, ascoltando le onde che sbattono sull’anima.
SI (RI)PARTE- Venerdì 6 gennaio 2012, chi l’avrebbe detto? La sua nuova vita è in quelle scariche d’adrenalina che si susseguono, nell’allenamento ovviamente blando – una specie di defatigante – consumato in un quarantacinque minuti; poi in una presa di coscienza, da bordo campo, dei sistemi di gioco, degli schemi, che Mazzarri procederà a spiegare anche a voce, magari nella lunga due giorni di Palermo e che Vargas non si nega, anzi.
L’ORA X- Giovedì l’arrivo, venerdì l’irruzione a Castelvolturno, oggi la prima trasferta, domani la «sua» prima partita – da spettatore – e lunedì, per non negarsi nulla, per non abbassare la tensione, presentazione alla stampa per raccontarsi nel dettaglio, per rivelare le sensazioni. Veni, vide, Vargas…
Fonte: Corriere dello Sport
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