Oje vita, oje vita sua: perché ora, da qui al 2017 e chissà se fino all’eternità calcistica, Napoli sarà sempre più casa sua, lo spicchio di Paradiso in cui lasciarsi andare gioiosamente verso la storia, inseguendo i miti d’un club che restano impressi nella memoria. Si scrive Cavani e si rilegge un romanzone affascinante scritto di proprio pugno o, se preferite, di destro e di sinistro e di testa, attraverso capolavori balistici e prodezze cerebrali che già son servite per tracciarsi un solco nell’Olimpo: sessantotto reti in novantacinque presenze, una media da mille e una notte di 0,71 gol a partita, e ora quel contratto che trascina ovunque e comunque in un mondo di sogni.
SUPERSTAR – Il calcio è una scienza inesatta e non consente proiezioni fantasiose ma il passato che ritorna è un indizio incoraggiante a credere che qualcosa possa accadere, che quei sessantasei autografi in due stagioni già sorretti da una blitz contro la Juventus e da un’incornata al Palermo rappresentino un viatico per starsene comodamente tra le stelle. Il metodo-Cavani, tra l’altro, è semplicissimo: trentatré reti alla sua prima annata e altre trentatré nella seconda, in un concerto di doppiette (undici) e triplette (cinque) sparse tra campionati, Europa League e Champions, perché el Matador non si nega nulla, men che meno il piacere di rimanere in una città «tra le più belle del mondo» e in uno stadio «che ti spinge a dare il duecento per cento, perché tifosi come questi non ce ne sono» .
PAOLO & MAREK – Cinque anni di Cavani valgono un posticino tra le istituzioni calcistiche d’una Napoli che ha bandiere sparse in poco meno d’un secolo e che nel Terzo Millennio, osservando con ammirazione i Bruscolotti e gli Juliano, sistemati in cima a questo microuniverso, ora nota per il lustro che verrà un matador come carissimo «nemico» di Paolo Cannavaro e Marek Hamsik, allo stato attuale i leader (statisticamente) d’una squadra con rispettivamente 239 e 220 partite. E il progetto «accattivante» va avanti, procede con lungimiranza, lancia sguardi ben al di là del lecito, consente a ognuno procedere speditamente, garantisce a Cannavaro (almeno) altre tre stagioni, ad Hamsik (almeno) altre quattro e a Cavani (almeno) un altro lustro, per addobbare ulteriormente il proprio curriculum partenopeo.
SUPERGOL – Del doman non v’è certezza, ma il biennio che ricompare clamorosamente, galleggiando su quelle sessantotto perle complessive appese al collo, trascinano ad appena tre reti dal settimo posto tra i bomber in campionato (cinquanta per Cavani, Savoldi è a 53) e ad appena una doppietta del tandem brasiliano Vinicio-Canè, che è a settanta tra i cannonieri dell’era globale azzurra. Ma il Matador che Napoli ha conosciuto può permettersi ben altro ancora, se confermasse le sue abitudini, avvicinando il podio della gloria perenne.
OCCHIO ALLA PRIMA – Si riparte sull’onda anomala di un contratto sontuoso ( «ma i soldi certo servono e però io sono rimasto qua perché ho avvertito il desiderio della società di tenermi e perché con mia moglie con i miei procuratori abbiamo messo sul piatto della bilancia tutti gli aspetti: e Napoli è unica» ) e il match con la Fiorentina, a meno quattro dalla centesima, solletica l’appetito d’un matador che un anno fa, nella sua prima interna in campionato, contro il Milan, decise di cominciare con una tripletta per rispondere ad Aquilani. Oje vita, oje vita sua…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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