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Napoli, stop ai cali psicologici. C’è una battaglia da vincere contro chi non ti vuole lassù!

E il giorno tanto atteso arrivò. Già, perchè erano in molti ad attendere la sconfitta del Napoli. Un Napoli sorprendente sotto il profilo tecnico-atletico che sta mettendo paura alle grandi, proprio non va giù. Era dal 6 gennaio, giorno dell’Epifania, che la squadra di Mazzarri non perdeva. Thiago Motta ha avuto il merito di essere l’ultimo calciatore ad aver violato la porta di Morgan De Sanctis, rimasto imbattuto per 437 minuti di gioco. Un Napoli quasi perfetto, sia in fase difensiva, sia in fase offensiva. Esempio palese è sicuramente la partita di domenica scorsa, quando lo scacchiere di Mazzarri ha surclassato gli avversari segnando quattro gol. Ma, proprio nel momento di maggiore splendore, arriva la batosta. Il 2-0 del Bentegodi brucia come sale sulle ferite, non tanto per i tre punti persi, quanto per la qualità del gioco espressa. Un Napoli senza nè capo, nè coda, mai concentrato sul match.

Non è possibile che, a distanza di tre giorni, gli azzurri abbiano subito un calo fisico. Il vero problema del Bentegodi è che il Napoli non ha mai, nell’arco di 90′, affrontato l’impegno con una giusta mentalità. 

Il Napoli è sceso in campo, probabilmente, sottovalutando il match, prendendolo sottogamba. In campo c’era il “Mr. Hyde” della squadra di Mazzarri vista nella partita dominata contro la Sampdoria. Una battuta d’arresto ci può stare, sia chiaro, ma ciò che brucia è che quello di Verona non era il vero Napoli. E’ stata forse la peggior partita della gestione Mazzarri.

Il merito, tuttavia, va anche alla squadra di Pioli che ha interpretato alla perfezione la gara con la squadra azzurra. Il Chievo, infatti, ha bloccato tutte le fonti di gioco del Napoli, con una difesa a 5, che ha limitato gli esterni Maggio e Dossena, e mettendo grande pressione e intensità a centrocampo, stroncando così la fase di costruzione partenopea. Questo atteggiamento tattico da parte dei gialloblù ha innervosito non poco gli uomini di Mazzarri, che spesso hanno commesso errori elementari ed evitabili.

Spesso si dice che gli azzurri siano una squadra giovane che vola sulle ali dell’entusiasmo, ma che non ha la giusta esperienza. In questo caso, però, c’erano tutti gli stimoli necessari per Cavani&Co.: portarsi a -2 dalla vetta e staccare Lazio, Roma e Inter non è roba da tutti i giorni. Ma così non è stato. Ed una piazza intera è rimasta delusa della prestazione della propria squadra del cuore. La domanda sorge quasi spontanea: può una piccola battuta d’arresto condizionare la fiducia mossa dai tifosi verso i propri beniamini? La risposta va a domenica 6 febbraio: Napoli – Cesena. 

Come spesso suol dirsi in questi casi, si va avanti, nonostante le ferite rimediate. Si pensa al match contro il Cesena, per molti il match del pronto riscatto. Riscatto, ma anche orgoglio. Bisognerà dimostrare che quello di mercoledì è stato solo un brutto episodio. Dimostrarlo soprattutto a chi è infastidito da questo Napoli che, nonostante tutto, vola. Il San Paolo spingerà, senza alcun dubbio, i propri beniamini verso il ritorno alla vittoria. Ci sarà un Pocho in più, colui in grado di creare superiorità numerica e di saltare agevolmente l’avversario ma, soprattutto, qualcuno capace di caricarsi la squadra sulle spalle (proprio quello che è mancato contro il Chievo). Dimenticare Verona è l’imperativo ma, contemporaneamente, ricordarla per non commettere gli stessi errori. Napoli, non ti arrendere adesso, c’è una battaglia da vincere contro coloro che non ti vogliono lassù.

Stefano D’Angelo

 

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