Basta un pò di Napoli per strappare lo 0-0 a Praga contro lo Sparta, condito anche da un pizzico di fortuna negli episodi che hanno portato la squadra di casa ad avere le occasioni più ghiotte del match su cui è stato bravo anche Rafael a dir la sua respingendo le critiche di domenica scorsa. Benitez sceglie un assetto più abbottonato nel freddo di Praga con David Lopez e Gargano a centrocampo, Britos da esterno sinistro basso e Jorginho ed Hamsik nella linea dei tre trequartisti assieme a Callejon. A differenza della sfida di domenica contro i sardi però dove De Guzman e il capitano slovacco si alternavano nel ruolo di trequartista ed esterno mancino, Jorginho occupa stabilmente la posizione centrale alle spalle di Higuaìn con Hamsik e Callejon che si invertono di ruolo. L’italobrasiliano infatti non ha il passo per giocare da esterno e nei pochi minuti in cui Benitez lo prova sulla destra, dopo l’ingresso di Duvan al 67′, va in grande affanno e viene sostituito pochi minuti dopo da Ghoulam. La svolta della serata rischia di arrivare proprio con l’ingresso in campo dell’algerino posizionato da esterno alto dando così maggior libertà ad Hamsik. Un messaggio per il futuro per Rafa Benitez che potrà riproporre il Napoli dell’ultimo quarto d’ora che ha fornito le indicazioni più interessanti e incoraggianti, in attesa del recupero (lungo) di Insigne e quello prossimo di Dries Mertens.
PRIMO TEMPO – Al 4-2-3-1 del Napoli si oppone il 4-3-3 dello Sparta Praga. Il piano partita dei cechi è fare densità in mezzo al campo, con i due esterni che si abbassano formando una linea mediana a 5, creare superiorità numerica e ripartire con velocità. Nei primi minuti però è il Napoli a tenere un pressing molto alto sui difensori dello Sparta Praga che infatti vanno in difficoltà in fase di impostazione. Il primo pericolo del match però è per i padroni di casa al 5′ minuto sfruttando uno dei soliti errori della retroguardia azzurra, questa volta in fase di impostazione con protagonista Koulibaly, lanciando Lafata a tu per tu con Rafael da posizione defilata, bravo il portiere brasiliano a respingere la conclusione centrale del bomber dei cechi restando in piedi sino alla fine. In fase di non possesso il Napoli come sempre fa abbassare gli esterni d’attacco in un 4-4-1-1 con Jorginho che resta dietro la punta Higuaìn. La catena di destra degli azzurri funziona discretamente. Ci sono triangolazioni continue con Callejon sfruttando le sovrapposizioni di Mesto con Jorginho che accompagna l’azione, così facendo Higuaìn attacca la profondità ed Hamsik è libero di tagliare verso la porta. Da rivedere la fascia sinistra con Britos e Hamsik che non sono di ruolo, infatti tutti gli attacchi dello Sparta Praga provengono da quel lato con Dockal sugli scudi e le sovrapposizioni sempre taglienti di Kaderabek. Dopo mezzora di gara si ha la sensazione che al Napoli manchi il cambio di passo negli ultimi 30 metri dove risulta decisiva l’assenza di Mertens e Insigne, giocatori abili nell’uno contro uno capaci di generare superiorità numerica. Gli azzurri infatti risultano pericolosi solo con tiri dalla distanza, scambi stretti e contropiedi. Al 35′ si registra un cambio di posizione con Hamsik e Callejon che si invertono, Benitez effettua questa mossa per tener maggiormente sotto controllo la fascia destra dello Sparta Praga. Il Napoli gioca nel complesso meglio ma non è incisivo, non concretizza mai la mole di possesso palla. Higuaìn risulta troppo isolato davanti, la scelta di Jorginho come trequartista da maggior densità al centrocampo ma lascia l’argentino spesso in balia di Brabek e Holek. Più pericoloso lo Sparta Praga con tre occasioni da goal importanti e tre calci d’angolo a zero sul Napoli.
LA RIPRESA – Nessun cambio per entrambe le squadre, anche tatticamente il Napoli resta identico nell’assetto rispetto agli ultimi 10 minuti del primo tempo con Hamsik a destra e Callejon a sinistra. Dopo pochi minuti però lo spagnolo torna ad agire sul versante di destra. Il match ad inizio ripresa è molto confuso, con tanti errori in mezzo al campo. Il Napoli è troppo lento nella manovra ed è bravo lo Sparta a prender le misure degli azzurri e a ripartire con maggior incisione. Nel secondo tempo infatti i padroni di casa sembrano esser entrati con maggior convinzione rispetto agli azzurri facendo uno sforzo maggiore per cercare il vantaggio. Al 67′ Benitez mischia le carte sostituendo uno spento Higuaìn con Duvan Zapata, il Napoli negli ultimi minuti si affidava sempre di più al lancio lungo per la prima punta e per caratteristiche il colombiano è più adatto a questo tipo di gioco. Con l’ingresso di Duvan è Callejon ad agire alle sue spalle con Hamsik e sinistra e Jorginho spostato sulla destra. Il centrocampista di origine brasiliane finisce per alienarsi totalmente dal gioco, infatti Benitez al 76′ lo sostituisce con Ghoulam. Questo cambio da la svolta al match del Napoli. Callejon ritorna nella sua posizione a destra, Ghoulam va a giocare da esterno mancino alto e Hamsik ritorna nella sua posizione naturale da trequartista con libertà di svariare su tutto il fronte d’attacco. Comincia un match diverso per la squadra di Benitez con un Hamsik diverso con un cambio che se fatto prima avrebbe potuto regalare il primato del girone con un turno d’anticipo al Napoli. Le squadre cominciano ad accusare la stanchezza e sono più lunghe, il Napoli con l’ultimo cambio ha maggior equilibrio e Hamsik libero di agire tra le linee risulta più incisivo, al 79′ serve Koulibaly al limite dell’area che arriva alla conclusione smorzata, all’81’ è lo stesso Hamsik a colpire la parte alta della traversa con un colpo di testa su una sponda di Duvan, all’85’ conclude un’azione di contropiede ben imbastita da Duvan e Callejon calciando però alto e al 92′ manda sull’esterno della rete una conclusione mancina dopo una bella azione personale che lo aveva visto esibirsi con un tunnel su un difensore dello Sparta Praga. Il Napoli è impreciso perchè avrebbe serie possibilità di colpire in contropiede e portare a casa un match giocato senza troppi picchi offensivi, controllando lo Sparta Praga in fase difensiva con occasioni concesse frutto più di singoli episodi che del gioco dei cechi.
A cura di Andrea Cardone
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