NAPOLI – Tutte le strade portano a Cavani: e ci sono quelle lastricate di carinerie, ma anche vialetti sui quali sono sparsi spilloni negli angoli. Le parole son come pietre ma poi ci sono le languide carezze di chi sa di dover mediare con se stesso e con l’universo, perché il ruolo lo impone. Il biglietto della lotteria è doube-face: di qua ci sono i sessantatré milioni di euro (cash) che dovrebbero essere riconosciuti da estimatori d’un artista con pochi eguali al mondo; di là c’è quel matad’or che vale tanto quanto segna e che in tre anni ha collezionato centoquattro perle, contribuendo a vincere una Coppa Italia e a conquistare per due volte la qualificazione in Champions: «Ma Edi sa bene che lui a Napoli è una star indiscutibile mentre altrove, ovunque, sarebbe uno dei tanti».
RESTA – Della serie: ma chi te lo fa fare? Perché Napoli l’ha eletto a idolo e anzi a totem e il Napoli lo ritiene un simbolo del proprio-progetto, la carta vincente, un asso, lasciato calare nel bel mezzo d’una fase di sviluppo studiata a tavolino. «Qui è amato come in nessun altro luogo potrebbero: poi, decida lui». Il De Laurentiis-innamorato ha strategie di comunicazioni fuorvianti, non schemi ripetitivi: dunque, la fase della dolcezza ha un suo percorso che però va variato. E però, prima di svoltare, c’è una dose di attenzione abbondante, da riservare al pezzo pregiato d’un mercato non ancora aperto (realmente) da offerte concrete. «C’è un accordo e si ragiona in base a quello». In sintesi: il cuore batte a sinistra, dove c’è pure il portafoglio, vero, che però ha un ruolo indiscutibilmente secondario rispetto al battito cardiaco, alle pulsioni scatenate da quel bomber capace di segnare trentatré più trentatré più trentotto, di vincere anche la classifica cannonieri.
IL «DURO» – Poi bisogna rimodellarsi, tuffarsi in quell’inferno ch’è il mercato, contrastarlo o ammorbidirlo, illanguidirlo, frenarlo: l’«altro» De Laurentiis s’aggrappa all’eloquio, all’ironia, va dritto al corpo, affonda nelle debolezze altrui, cerca il punto dedole e farcisce l’attacco con una punta d’ironia che sempre aiuta: «Lui è un uomo vero, confido in lui: e dunque, essendo un uomo, non andrà via da Napoli. E comunque una decisione verrà presa alla fine della Confederations, diciamo il 20 luglio, altrimenti gli sfascio la testa…». Sussurrato sorridendo….
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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