Sono già quattordici i gol realizzati dal Napoli nelle prime cinque gare ufficiali della stagione. Ma potevano essere tanti di più se non fossero state sprecate almeno una ventina di nitide palle. Ben sette calciatori diversi hanno già scritto il loro nome dei tabellini dei marcatori tra Supercoppa italiana, campionato ed Europa League: Cavani, Pandev, Hamsik, Maggio, Dzemaili, Insigne e Vargas.
MARCHIO DI FABBRICA – Segnare gol a grappoli, per giunta con calciatori diversi, è una specialità della ditta-Mazzarri. Fin da quando ha iniziato ad allenare, il tecnico di San Vincenzo ha portato avanti l’idea di presentare più uomini al tiro nell’arco di una gara. «Quando entriamo in possesso della sfera, voglio che tutti partecipino alla manovra e non bisogna mai lasciare gli attaccanti da soli. Dobbiamo trovarci almeno in quattro al limite dell’area di rigore avversaria in modo da avere più di una soluzione. E scegliere al momento quella ritenuta migliore per far gol» , disse, quando subentrò a Donadoni ad ottobre del 2009. Mazzarri chiedeva di osare, di aggiungersi agli attaccanti in fase di possesso palla, di provarci sempre. Ma non disponeva di giocatori di movimento, di gente capace di attaccare gli spazi (tranne Hamsik e Maggio), di punte mobili come piacciono a lui. L’anno dopo volle Cavani per Quagliarella, rilanciò lo slovacco in zona-gol, spinse a centrare il bersaglio persino Cannavaro (2) e Zuniga (2). In quel campionato, il Napoli si qualificò in Champions ed in ben quattro gare calò il poker (a Cesena, con il Bologna, con la Samp e con la Lazio al San Paolo, in quel memorabile 4-3). Eppure Mazzarri non apparì del tutto soddisfatto. Si sarebbe aspettato più gol da centrocampisti e difensori. Solo 59 reti all’attivo. Così arrivarono Inler, Dzemaili, Pandev, Britos (che s’infortunò subito), gente con un buon tiro dalla distanza. E per certi versi, lo score complessivo andò meglio: 66 reti realizzate in campionato, 14 in Champions, con Inler in gol sia a Vila Real che con il Chelsea, e Fernandez, autore di una doppietta a Monaco.
PARTENZA SPRINT – Quest’anno, senza Lavezzi, le cose sembrano andare persino meglio in fase offensiva. Più gol e più uomini a bersaglio a confronto della passata stagione laddove il Napoli nelle prime cinque gare ufficiali aveva realizzato 8 gol e subito 4 reti. Un avvio scoppiettante, stavolta, iniziato con la sfida di Pechino e proseguito fino alla gara di Europa League. Quattordici reti segnate (c’è anche quella che rivendica Hamsik con la Fiorentina) e ben sette calciatori sugli scudi, tra cui l’esordiente Insigne, il quasi debuttante Vargas, e due centrocampisti quali Dzemaili e Maggio. Ed una sola sconfitta, quella di Supercoppa Italiana, giunta però in inferiorità numerica. L’inizio della stagione, anticipato da un precampionato spumeggiante, promette più che bene. Ma ora Mazzarri s’aspetta l’acuto di un difensore, il colpo a sorpresa di Zuniga, la fucilata di uno dei centrocampisti. Per il tecnico, il Napoli non dovrà adagiarsi sugli spunti di Cavani, Hamsik o Pandev ma trasformarsi in una cooperativa del gol. E tentare la via del gol nella maniera più disparata, specie ora che non c’è più Lavezzi che spesso attirava su di sè il gioco e sono aumentate le soluzioni offensive. In pratica, creare un tourbillon negli ultimi venti metri e stordire i difensori avversari togliendo loro punti di riferimento e respiro.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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