E nelle tre sconfitte, gli attaccanti sono rimasti sempre a bocca asciutta. Anche questo è un segnale che lascia riflettere. Seppure le occasioni-gol non sono mancate, le punte del Napoli si sono inceppate sia all’Olimpico con la Roma (Pandev ed Insigne che mancano il bersaglio da due passi) che con la Juve (Hamsik che sciupa da comoda posizione) mentre a Londra con l’Arsenal a malapena si sono notate. E’ vero, Higuain ha dovuto superare le remore per l’infortunio muscolare. Ed a Pandev è mancata la continuità per diventare irresistibile sotto porta. Ma il Napoli, schierato con una punta avanzata e tre mezze punte a ridosso se non riesce a pungere, inevitabilmente entra in sofferenza quando viene attaccato. Il problema riguarda gli esterni che non sempre riescono a creare la superiorità numerica e fornire palloni al centro per Higuain. Ma tocca nello specifico anche Marek Hamsik che non riesce a sprigionare la sua bravura negli inserimenti come faceva un tempo. La fase offensiva è risultata evanescente, se non fumosa al cospetto delle grandi. Sarà solo un problema di condizione dei singoli? Un fatto contingente? Oppure riguarda gli schemi che non riescono ad essere così efficaci oppure variegati come richiederebbe di fronte a squadre che provvedono a difendersi con sette, se non otto uomini? Su questo Benitez può lavorare perchè gli uomini in grado di poter far male negli ultimi venti metri non mancano. Specie se con la sosta ritrovano smalto ed esplosività.
Fonte: Corriere dello Sport.
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