L’ordine è attenuare, sopire, rimuovere la sconfitta col Chelsea e l’eliminazione dalla Champions: c’è il terzo posto in campionato da conquistare e la finale di Coppa Italia da centrare. Dentro la stanza con vista sui campi in erba di Castelvolturno, la stanza dei suoi tormenti di allenatore, Mazzarri ha disegnato schemi sui foglietti, ha vivisezionato le immagini della vittoria dell’Udinese contro l’Az Alkmaar, ha scritto moduli e nomi. Oggi pomeriggio gli azzurri saranno di nuovo in viaggio, nemmeno 72 ore dopo il rientro da Londra, destinazione Udine.
Se quello di domani sera non è uno spareggio per il terzo posto, poco ci manca: forse, per il club azzurro, è una sfida addirittura più importante di quella dello Stamford Bridge. In ballo tra Napoli, Udinese e Lazio c’è un biglietto che vale almeno una quindicina di milioni di euro (il Napoli quest’anno ne ha incassati più del doppio nella sua prodigiosa avventura europea), quello per la partecipazione al torneo più ricco del mondo. Non è il caso di impazzire con calcoli, previsioni e tabelle: ma è chiaro che nell’ottica della volata a tre, gli scontri-diretti hanno il loro peso. Walter Mazzarri questo lo sa bene. Sa che la Lazio domenica a Catania non avrà vita facile e che, in caso di tre punti, il Napoli potrebbe davvero coronare uno strepitoso inseguimento iniziato poco più di un mese fa, quando dopo lo 0-0 in casa con il Cesena erano lontani 11 punti dai friulani terzi in graduatoria
Per il tecnico di San Vincenzo è una delle anti-vigilie più difficili, quasi sofferta: non può permettersi il lusso di recriminare ancora sulla sfida con il Chelsea perché poi il rischio è perdere di vista il campionato e la Coppa Italia. Voltare pagina, dunque. Ricominciare. Ma troppe sono ancora i rebus nella formazione anti-Udinese. E questa è una situazione quasi senza precedenti per lui. Il tour del force iniziato venerdì scorso col Cagliari è duro e pesante, per le gambe e la testa. Ed è quindi il momento di fare valutazioni persino psicologiche oltre che tecniche. Mazzarri, Frustalupi e Pondrelli hanno seguito nei dettagli sia la fase del riscaldamento atletico che la partitella con le quattro porte piccole, per percepire i segnali necessari per fare le scelte più giuste.
Grava e Britos sono sulla via del recupero ed hanno lavorato in gruppo. Terapie e massaggi per Maggio il cui recupero per domani appare impossibile. L’assenza dell’esterno della Nazionale è un bel guaio ma in questo caso i dilemmi di Mazzarri appaiono limitati: sulla fascia dovrebbe prendere il suo posto Andrea Dossena. Il venerdì, si sa, non è comunque giornata di scelte per l’allenatore del Napoli che rimanda ancora di qualche ora l’esame di quei due dubbi che lo tormentano di più. Per esempio sulle condizioni del difensore Britos. Perché se De Nicola, il medico sociale, darà il via libera definitiva, l’uruguaiano potrebbe riprendere il posto in difesa, magari concedendo un turno di riposo o a Cannavaro o ad Aronica.
Mazzarri ha in mente anche un altro ballottaggio: quello tra Lavezzi e Pandev. L’argentino potrebbe partire dalla panchina anche per farlo riposare un po’. Ma il vero dilemma su cui ruotano in fondo tutte le scelte dell’allenatore riguarda Dzemaili: la tentazione di Mazzarri è quello di dargli una maglia da titolare. A quel punto non è di poco conto la scelta di chi scivolerà in panchina. Ovvio che la scelta è tra Hamsik o Gargano. Altrettanto ovvio che giocherebbe Gargano nel caso in cui si voglia cercare una partita più da combattimento e rilancio in mezzo al campo. Mica facile decidere, dipende anche da come si sistemerà l’Udinese per ovviare alle assenze di Basta e Benatia. Se esce Hamsik, Lavezzi tornerebbe titolare. Impossibile rinunciare a due tenori in un colpo solo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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