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Napoli – Roma, in palio il secondo posto e la prossima Champions League

Di base è una questione di soldi, perché sono quelli a muovere tutto, anche (e soprattutto) nel calcio. Ma la parola chiave per spiegare perché la volata per il secondo posto trasformi Napoli-Roma in un’autentica corsa all’oro è un’altra: certezza. Sì, la certezza di garantirsi tutti i benefit legati alla Champions con tre mesi d’anticipo rispetto a chi dovrà sudarseli a fine agosto passando per i play off e accettando il rischio, cinquanta e cinquanta, di retrocedere in Europa League. Il fattore tempo gioca un ruolo decisivo: anche la terza classifica può trovare la combinazione giusta per attingere alla cassaforte della Champions, specie con un sorteggio favorevole, ma lo farà tre mesi dopo. Un ritardo che incide tantissimo nella programmazione finanziaria della nuova stagione, ma che ha anche ripercussioni sulla programmazione tecnica. Quanto vale il secondo posto? La stima è di 35-37 milioni considerando anche la ripartizione dei ricavi commerciali derivanti dal “market pool”, escludendo i bonus legati ai risultati del campo. E garantirsi già a maggio ricavi così importanti per la stagione successiva – che quasi sempre coincide per i club anche con il nuovo esercizio di bilancio – si accompagna agli altri grandi vantaggi in termini di programmazione, che non è solo finanziaria ma tecnica.

BONUS CHAMPIONS –  Togliamoci subito il pensiero e partiamo dall’aspetto economico. Quanto vale il secondo posto e quindi l’accesso diretto alla fase a gironi della Champions? Abbiamo parlato di una stima di 35-37 milioni (al netto dei bonus legati ai risultati), includendo anche i proventi del “market pool” che comprende, ovviamente, la voce più importante dei diritti tv. Scorporiamo, però, i due aspetti, campo e ricavi commerciali, e partiamo dalle stime valide per questa stagione in cui il preventivo Uefa parla di ricavi da 1,3 miliardi di euro. L’accesso alla fase a gironi garantisce 8,6 milioni di euro, più 1 milione per ogni vittoria e 500 mila euro per ogni pareggio. I bonus possono fruttare fino a 6 milioni a cui aggiungerne altri 3,5 in caso di accesso agli ottavi (3,9 milioni per i quarti, altri 4,9 per la semifinale, 6,5 per la finalista e 10,5 per chi vince il trofeo). Chi alza la Champions può incassare fino a 37,4 milioni.

MARKET POOL –  Torniamo al punto di partenza. La fase a gironi di Champions garantisce 8,6 milioni, quella di Europa League – nella quale finirebbe la terza se non superasse il play off di agosto – frutterebbe invece appena 1,3 milioni. In proporzione, diminuiscono sensibilmente anche i bonus legati ai risultati: la vittoria viene pagata 400 mila euro, il pari 200 mila. Questo solco tra il minimo garantito della Champions e quello dell’Europa League diventa ancora più profondo, praticamente un abisso, allargando il discorso al “market pool”. Essendo una spartizione di soldi incassati, il dato esatto va calcolato a stagione conclusa, però le stime sono ugualmente indicative: per il 2013-14 si ipotizza per l’Italia una torta di 80-85 milioni da dividere in tre, quindi circa 26-28 milioni a club (40-42 se la terza perde i play off). Un anno fa, quando le italiane ai gironi erano due, la Juve incassò 44,8 milioni da introiti commerciali per un totale complessivo di 65,3 (più del Bayern vincitore…). In Italia, invece, l’Europa League l’anno scorso ha distribuito ricavi per 16,7 milioni, divisi tra quattro squadre (il Napoli ne incassò 4,6). Una bella differenza. Agli introiti smistati dall’Uefa vanno poi aggiunti quelli gestiti direttamente dai club: la garanzia di un posto in Champions si traduce nella certezza di incassi più ricchi al botteghino e di migliori performance commerciali, spaziando dalle sponsorizzazioni al merchandising.

CALENDARIO E MERCATO – La certezza di un posto in Champions e di ricavi garantiti è un vantaggio competitivo che si ripercuote sia nella pianificazione della stagione che nell’approccio al mercato. I soldi ci sono subito e si può pianificare una campagna acquisti contando sulla certezza di un budget più ricco, acquisendo maggior appeal internazionale: offrire a un calciatore un posto al sole nell’Europa che conta è un benefit che può rafforzare il potere contrattuale del club. Senza contare la valorizzazione del parco giocatori, specialmente dei giovani: un conto è sapere di misurarsi con le migliori d’Europa, un altro è rischiare di affrontare cenerentole senza blasone e senza mezzi tecnici. Schivando il rischio dei play off, oltretutto, si può programmare la preparazione estiva senza alterare la tabella di marcia standard, il che è ancora più vantaggioso nell’anno del Mondiale, quando ci sarà da attendere il rientro dei nazionali. Occhio alle date: chi va agli spareggi, sarà in campo il 19-20 e 26-27 agosto (la Serie A partirà il 31) e in quella settimana c’è anche la Supercoppa italiana, il 23 a Pechino o il 24 a Roma se, appunto, una delle finaliste sarà ai play off continentali. Tanti soldi, tanti buoni motivi: la volata per il secondo posto può valere una stagione, anzi due: questa e la prossima.

fonte: Corriere dello Sport

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