Soffia forte il vento del sud. Napoli e Roma accendono la corsa scudetto, in testa a punteggio pieno dopo quattro giornate. Similitudini, differenze e il punto in comune di due tifoserie uniche, speciali. Un duello che torna dopo trent’anni, era il campionato 1980-’81 che vide lottare fino in fondo il Napoli di Krol e la Roma di Falcao, beffate sul traguardo dalla Juventus. Poi due scudetti per i giallorossi e due per gli azzurri, trionfi comunque lontani. Ora Napoli e Roma sono di nuovo in corsa per il titolo, il sud torna protagonista e capovolge le consuete gerarchie: Juve, Inter e Milan inseguono e il nord non è al potere.
Il progetto Napoli è il progetto De Laurentiis. Una crescita costante e rapidissima, dalla serie C a una Champions da protagonista in soli dieci anni. La Roma rilanciata due anni fa dall’arrivo di Pallotta e degli americani. Tormentati però gli ultimi due campionati per i giallorossi, scelte di allenatori e giocatori che non si sono rivelati felici. Quest’estate la svolta definitiva per tutte e due. De Laurentiis dopo l’ottimo lavoro di Mazzarri si è affidato allo spagnolo Benitez che ha assicurato il definitivo salto di qualità portando con sè esperienza e mentalità vincente. Pallotta ha scelto il francese Garcia, capace di formare un gruppo compatto e una squadra di grande affidabilità. Due allenatori stranieri che hanno fatto presa nel gruppo di giocatori e nell’ambiente: immediata l’empatia con piazze calde e passionali come Napoli e Roma. Similitudini sulle strategie di mercato, allungato il contratto alle due bandiere: Totti e Hamsik. Il capitano giallorosso chiuderà la carriera a Roma, lo slovacco vorrebbe concluderla a Napoli. E poi le mosse giuste in entrata, gli investimenti mirati. De Laurentiis ha gestito al meglio i soldi della cessione di Cavani, puntando su tre ex assi del Real Madrid: Higuain, innanzitutto, ma anche Albiol e Callejon. E poi la scelta di un portiere di grande affidabilità, lo spagnolo Pepe Reina. Aumentato globalmente il tasso di esperienza con l’inserimento di top player, di giocatori di livello internazionale. Mosse giuste anche di Pallotta, gestite al meglio le partenze di Osvaldo e Lamela con l’arrivo di giocatori funzionali al progetto, dall’olandese Strootman al brasiliano Gervinho. E la mossa di un portiere d’esperienza in porta, De Sanctis, acquistato proprio dal Napoli. E poi l’importanza data alla crescita dei giovani: il Napoli lo aveva già in casa, Insigne, e Benitez lo sta valorizzando al meglio. La Roma lo ha acquistato sul mercato, Ljajc dalla Fiorentina e Garcia lo sta gestendo al meglio.
Due squadre che fanno la partita, più il Napoli tenendo presente il possesso palla. Un centravanti vero, Higuain, e un finto nove, Totti: due giocatori decisivi per Napoli e Roma, segnano e fanno segnare facilitando gli inserimenti dei compagni. Benitez e Garcia, la base è la stessa, la difesa a quattro. Cambia la filosofia di centrocampo e attacco, due mediani e quattro giocatori offensivi per Benitez, tre centrocampisti e tre attaccanti per Garcia. Il punto in comune: la facilità di arrivare al gol.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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