Liverpool-Napoli per la squadra guidata da Mazzarri è senza dubbio la partita dell’anno e da considerarsi, a buon titolo, storica. Il valore memorabile della sfida non risiede,però, nel calcare per la prima volta il rettangolo verde di Anfield road, nè nella sfida ad una squadra che può vantare nella propria bacheca europea ben 11 titoli e quindici finali disputate.L’importanza della partita di stasera è tutta da declinare al futuro. Quella di Liverpool è una tappa fondamentale nel percorso di crescita del Napoli di De Laurentis.Uscire imbattuti, o addirittura vittoriosi, da Anfield sarebbe, oltre che il viatico per una probabile qualificazione ai sedicesimi di Europa League, un’importante vetrina per i calciatori azzurri.
Riacquisire uno status internazionale è requisito indefettibile nel progetto di riportare il Napoli al vertice del calcio italiano e stabilmente nell’ élite dei club europei.Proseguire il cammino nella seconda competizione UEFA garantirebbe ai partenopei diversi effetti positivi di medio e lungo termine.
Dal punto di vista economico, gli introiti che assicura l’Europa League sono ancora lontani dai ricavi della Champions ( per ogni vittoria nella fase a gironi, ad esempio, l’Europa League eroga 140.000 euro, la Champions 550.000) ma coprirebbero importanti costi di gestione e aiuterebbero la società nella già virtuosa gestione del bilancio;elemento ancor più importante in vista dell’adozione del fair play finanziario da parte dell’UEFA. Garantendo la possibilità, altresì, di ritoccare al rialzo il salary cap, argomento particolarmente significativo in sede di calcio mercato.
L’effetto più rilevante è però strettamente sportivo. Il Napoli è giunto ormai, nel sesto anno della gestione De Laurentis, ad un importante bivio nella sua crescita tecnica ed è indispensabile che la squadra compia il definitivo salto di qualità per tornare tra le grandi.
Proseguire nel cammino europeo garantirebbe agli uomini di Mazzarri il confronto con tradizioni calcistiche diverse da quelle italiane e con formazioni abituate da anni ad affrontare l’impegno europeo, con inevitabili risvolti positivi nella maturazione dei calciatori azzurri nell’approccio alle competizioni internazionali. Per colmare il gap tecnico che divide il Napoli dai grandi club non è però sufficiente l’esperienza, occorre investire in qualità. Molti uomini della rosa non sono più funzionali agli ambiziosi progetti della società ed occorre investire sul mercato.La strategia di puntare su prospetti giovani e su di una rete di osservatori internazionali è una scelta, oltre che inevitabile, vincente ma -purtroppo per il Napoli- percorsa da moltissime squadre, anche di primissima fascia.Per arrivare a vincere la concorrenza di club come il Manchester United o il Barcellona ( da sempre attive in quel segmento di mercato) occorrono capacità economiche e appeal internazionali, requisiti che solo le competizioni internazionali possono fornire.
Nell’epoca della globalizzazione il rilancio del calcio italiano passa inevitabilmente per la competenza e l’internazionalizzazione.Terreni su cui, ci auguriamo, che il Napoli possa essere all’avanguardia.
Pompilio Salerno
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