Come al lunapark, su quegli infernali aggeggi che piacciono a chi ama il brivido. È lo stile Benitez, che in pratica non sa che cosa significa pareggiare (lo ha fatto una sola volta, in casa col Sassuolo): o tutto o niente, prendere oppure lasciare. Con il RafaNapoli si sale lenti lenti arrampicati alla rotaia, poi si scende in picchiata, poi si risale, poi ecco un’altra discesa da trattenere il respiro: il divertimento è la vera ragione di tutto, per Benitez. Gol a raffica. Presi e incassati. Per chi ama le scommesse, solo con il Parma non è stato un «over 1,5». Una garanzia. Terza miglior difesa, nonostante le critiche, e quarto miglior attacco.
L’ottovolante chiamato Napoli continua a esibirsi col suo stile spericolato, affrontando partite sempre irte di pericoli e di occasioni per gli avversari, ma uscendone quasi sempre col sorriso, cioè coi tre punti in tasca. Come contro la Lazio dove gli azzurri si sono aggrappati alla proprie bocche di fuoco per riuscire a mettere la parola fine al blackout iniziato la sera di Juve-Napoli. Nelle 19 partite ufficiali giocate finora, d’altronde, il Napoli ha solo vinto o perso. Tranne che con il Sassuolo. Quattordici gare in campionato, con dieci vittorie e tre sconfitte; cinque in Champions, con tre vinte e due perse. Un solo pari in tutto: come la Juve che però in Champions ha pareggiato tre volte in cinque gare.
Numeri da record, che consentono a questo Napoli di essere il secondo migliore nella storia lunga 87 anni della squadra azzurra (solo il Napoli 87/88 ha fatto meglio). Lunedì è stata la notte della rinascita per Gonzalo Higuain ma anche per Goran Pandev.
Il Pipita è tornato ad essere bello e decisivo. Proprio come aveva sognato di esserlo nei lunghi allenamenti a Castelvolturno trascorsi a lottare contro il mondo e contro chi, con sorrisetti velenosi, lo trattava con sufficienza ironizzando sul fisico appesantito e sul fatto che in campionato non facesse gol da settembre. «Sono felice per la vittoria con la Lazio e voglio ringraziare tutti per i messaggi e l’affetto che ho ricevuto», ha scritto laconico ieri il bomber argentino rispondendo alle centinaia di tifosi (ma soprattutto tifose) che hanno sommerso il suo account twitter.
Sette gol per Higuain. Lo stesso bottino di Callejon. Le quattro bocche di fuoco del Napoli hanno segnato complessivamente 24 gol (su 28 totali). Nessuno in serie A si può vantare di avere a disposizione un simile attacco-mitraglia: non c’è la Juve dove brilla Tevez, ma dietro di lui gli altri attaccanti nella rosa di Antonio Conte sono a quota 3 (Llorente) e a 1 (Quagliarella e Vucinic). Meno male per i bianconeri che i gol li fanno gli altri, da Vidal a Pogba e allora tutto va bene lo stesso. Dietro al Napoli spuntano gli attaccanti della Fiorentina (17 gol fatti): il peso specifico di Pepito Rossi, capocannoniere della A (con 12 reti) è assai determinante, ma in casa viola bisogna fare i conti con l’assenza prolungata di Mario Gomez (2 gol fino ad adesso).
Il Napoli dunque anche in questo domina. Senza dimenticare che all’Olimpico c’è stato poi anche il ritorno al gol di Pandev. Il suo urlo di gioia (e di rabbia, contro Lotito che lo ha tenuto in gabbia per oltre 4 mesi) ha trasformato la serata dell’Olimpico in una festa in onore del campione ritrovato. L’incubo del macedone è finito. E ora è persino divertente ricordare che l’ultima rete in campionato risaliva al 6 ottobre, più di due mesi fa.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro