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Napoli, quattro passi indietro. Ecco le possibili cause del decadimento della squadra di Benitez

Giù la maschera. La lezione di Bergamo spinge a riflessioni dure in casa Napoli. I numeri, enfatizzati dal pesantissimo 3-0 contro gli orobici, non mentono: è vero, il Napoli prima di ieri non perdeva in campionato da otto turni, ma in quattro di questi non era riuscito ad andare oltre il pareggio (con Udinese, Cagliari, Bologna e Chievo). Analizziamo le possibili cause del momento negativo della squadra.

IL TURNOVER DI BENITEZ – La prima tocca da vicino il tecnico, inevitabilmente. E’ dall’inizio della stagione che Benitez predica l’importanza di far giocare tutti perché gli impegni sono tanti. Esistono, però, delle gerarchie da cui non si dovrebbe prescindere, esiste un turnover ponderato. Quello esasperato è un suicidio tecnico. Se si rinuncia contemporaneamente a Jorginho, Hamsik e Higuain per puntare su Dzemaili, Pandev e Zapata, è normale poi doversi assumere le proprie responsabilità di fronte allo sconcerto della piazza. Jorginho è appena arrivato ma ha dimostrato di poter offrire garanzie, Hamsik, pur con alti e bassi, resta l’elemento di raccordo tra centrocampo e attacco ed è fondamentale in fase di non possesso, Higuain dà profondità e favorisce gli inserimenti degli esterni. Le alternative non sono all’altezza.

GLI ERRORI DEI SINGOLI – La sconfitta di Bergamo è figlia anche di cali di concentrazione inammissibili a questi livelli. La papera di Reina, ma soprattutto i regali della cerniera svizzera hanno aperto la strada agli orobici con corsia preferenziale: le carenze individuali di Dzemaili e Inler, completate dal buco di Fernandez, uno che ha quando è arrivato non ha fatto faville, sono dei ko tecnici.

IL CALO FISICO – Non è un periodo di grande brillantezza. La squadra sta pagando un’involuzione fisiologica in alcuni suoi elementi e il reparto che ne subisce le conseguenze è quello maggiormente esposto, la difesa, a cui manca la protezione del centrocampo. Si ha sempre la sensazione che il Napoli sia una squadra spaccata in due: la mancanza di equilibrio è un altro fattore determinante a cui Benitez non è riuscito a porre rimedio.

PREVEDIBILITA’ E MERCATO – Il possesso palla, anche nel primo tempo, è stato fine a se stesso. Senza cambi di ritmo e cattiveria agonistica, la manovra diventa prevedibile. Anche il mercato, di cui il tecnico si lamenta, doveva servire a mettere una pezza: aspettando Henrique, c’è bisogno di difensori all’altezza. I giocatori non da Napoli, con buona pace del turnover, devono restare fuori. Altrimenti sì, resteranno solo le Coppe e in campionato bisognerà guardarsi le spalle.

 

Fonte:Eurosport.yahoo.it

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