Il Napoli torna dalla trasferta più difficile della stagione (al pari di quella di Torino) con un buon pareggio, il secondo posto difeso dall’assalto del Milan e persino qualche rimpianto. Sì, rimpianto. Perché la partita si poteva vincere già prima dell’espulsione di Flamini; ancor di più dopo.
Ha prevalso la paura di perderla, di vanificare tutto con il solito errore difensivo, di vedere il diavolo farsi sotto; aumentando le pressioni che già gravano sull’ambiente napoletano.
Una condizione comunque ideale per preparare la prossima partita con il Cagliari. Una gara da vincere per provare a sfruttare la difficile trasferta del Milan allo Juventus Stadium e chiudere definitivamente la questione Champions. Una partita difficile in cui il Napoli ha tutto da perdere. Proprio come quando nello scorso campionato l’Atalanta di Colantuono s’impose al San Paolo e pregiudicò definitivamente la rincorsa degli azzurri al terzo posto.
La sfida al Cagliari è difficile e per niente scontata. I sardi giocano bene, corrono tanto, sono già salvi e si esaltano nei confronti con le grandi. Il Napoli, al contrario, soffre le partite con le cosiddette “piccole”, quelle nelle quali deve fare la partita, quelle che deve vincere per forza.
Esattamente come dovrà fare oggi. È quasi stucchevole sottolineare l’importanza di vincere le prossime due partite, in chiave di classifica, di programmazione, di mercato e di strategie societarie.
Ti aspetteresti perciò di leggere o ascoltare dai media su come Mazzarri sostituirà gli squalificati De Sanctis e Campagnaro, di sapere se il tecnico azzurro riproporrà l’esperimento di Armero come mezzala sinistra o se darà finalmente un’occasione di riscatto ad Inler.
Insomma, ci si aspetterebbe che si parlasse di calcio giocato. Invece apri i giornali, accendi la tv, navighi in internet e non trovi altro che articoli su articoli che parlano da mesi ormai soltanto del futuro di Mazzarri e dei club che stanno per acquistare Cavani. E dire che il mercato è chiuso e che Mazzarri ha ribadito mille volte che aspetterà la fine del campionato per comunicare la sua decisione sul possibile rinnovo con il Napoli.
In un mondo che si fa sempre più frenetico anche le notizie vengono fagocitate a una velocità tale che la realtà fa fatica a tenere. Non è possibile pensare che ci sia una notizia ogni giorno, che ogni giorno, ad esempio, Mazzarri e De Laurentiis cambino idea sul da farsi. Che ogni giorno ci sia una novità sul futuro di Cavani.
Quasi due mesi fa alcuni portali rilanciavano la notizia di un accordo quasi certo tra il presidente e il tecnico del Napoli, con tanto di cifre e dettagli dell’accordo, a patto di dover scrivere ancora oggi che Mazzarri ha ribadito nuovamente che non ci sono novità sostanziali in campo. Aspetterà la conclusione della stagione, valuterà le eventuali offerte di altri club e le garanzie di mercato che De Laurentiis sentirà di potergli dare. Al momento le possibilità che rimanga alla guida del Napoli sono alte ma non c’è ancora nessun accordo.
Per quanto riguarda Cavani, è indubbio che le possibilità di partenza del capocannoniere del campionato siano molto alte. Allo stesso modo la valutazione molto alta del calciatore e la difficoltà di trovare un‘eventuale contropartita tecnica e/o un sostituto adeguato rendono l’affare tutt’altro che scontato.
Allo stato attuale delle cose solo 4 o 5 club al mondo possono permettersi il cartellino e l’ingaggio di Cavani e fino a quando uno di questi non cederà un top player non si scatenerà quel domino internazionale che potrebbe portare l’uruguaiano lontano da Napoli.
Se si vuole fare della buona informazione, a parer mio, bisogna abbandonare i titoloni sensazionalistici, limitarsi a scrivere di ciò che accade realmente e di evitare di rincorrere notizie che non ci sono. È il modo migliore di rispettare i tifosi, senza creare illusioni o inutili allarmismi, e di lasciare che la squadra termini al migliore dei modi il proprio campionato.
Personalmente credo anche che parte di questi attacchi siano stati favoriti da alcune scelte di De Laurentiis. Affrontare la stagione con un allenatore in scadenza ha inevitabilmente dato l’occasione per una certa parte d’informazione di alimentare le polemiche.
Darsi una struttura societaria più solida avrebbe evitato una circostanza simile e messo la squadra maggiormente a riparo dalle polemiche. Un direttore sportivo e/o un direttore generale di spessore e carisma potrebbero aiutare De Laurentis nelle scelte societarie, gestire i rapporti con i media e guidare le operazioni di mercato. Questa/e figura/e dovrebbero scontrarsi inevitabilmente, però, con il carattere forte del tecnico di San Vincenzo e limiterebbero in parte la libertà d’azione che De Laurentiis ha sempre voluto tenere per sé e utilizzare, da buon uomo di cinema, nel momento topico del “dramma”.
Questa a parer mio è la motivazione principale, assieme agli indubbi meriti sportivi, per la quale De Laurentiis non pensa a interrompere il rapporto di collaborazione con Mazzarri. Il carattere e il protagonismo in sede di mercato dell’allenatore toscano permettono a De Laurentiis di non mutare la struttura societaria.
Purtroppo tale struttura non è più adeguata alla dimensione che il Napoli sta assumendo. Per il definitivo salto di qualità c’è bisogno che il livello della squadra salga assieme a quello della dirigenza.
Investimenti importanti e tangibili per il settore giovanile, rafforzamento della struttura societaria, conduzione di una diversa politica in sede di mercato, diversa gestione dei rapporti con la stampa sono direttrici importanti sulle quali il Napoli deve muoversi se vuole diventare davvero grande e rimanere stabilmente nell’elite del calcio nazionale ed europeo.
Pompilio Salerno
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