Due partite, 8 gol fatti, zero subiti e la sensazione di poter contare su un organico numericamente e qualitativamente capace di poter regalare una stagione di alto profilo: il primo vero Napoli di Gattuso ha iniziato nel migliore dei modi la stagione ed ha offerto da subito temi interessanti dal punto di vista tattico. Non è ovviamente il caso di stilare già un “pagellone” ma 180 minuti sono già sufficienti a ricavare indicazioni su quella che potrà essere il campionato di diversi azzurri.
I promossi
Tra i promossi, a pieni voti nonostante non sia riuscito a segnare nelle sue prime due apparizioni in Italia, c’è Victor Osimhen, a pieno titolo. E’ bastata una mezz’ora, a Parma, per svegliare i media calcistici italiani, narcotizzati da quello che accade (poco) nelle solite piazze, e un Napoli sonnecchiante: il centravanti nigeriano ha mostrato perché può essere ritenuto il colpo “top” in questa sessione di calciomercato e per quale motivo i partenopei abbiano fatto un passo avanti nelle quote antepost di Serie A, dei bookmakers online più famosi che sono recensiti su https://gambler.biz/it/casinò/rating/no-deposit-bonus. Osimhen segna (o almeno segnerà) e, soprattutto fa segnare, come mai accaduto negli ultimi anni. Lo ha ammesso lo stesso Gattuso che non cita Milik, bocciato a prescindere, ma ne avrebbe tutta l’intenzione…
Mertens (altro promosso, due gol in due partite) può vivere una nuova giovinezza al suo fianco, gli spazi che Osimhen riesce a creare sono delle praterie per attaccanti e centrocampisti azzurri. La presenza dei due, in contemporanea, ha convinto Gattuso a virare, per il momento parzialmente, verso un 4-2-3-1 di certo più sbilanciato ma che a ben vedere può essere la vera arma in più in questa stagione. Rino, promosso, alternerà questo modulo col 4-3-3 anche per preservare alcuni investimenti fatti dalla società negli ultimi mesi, ma la strada sembra segnata.
Segnato è anche il cammino di Hirving Lozano, passato da “brocco” a uomo in più di questo Napoli nel giro di qualche settimana. Le ultime giornate dello scorso campionato avevano rilanciato il messicano ma i segnali erano ancora deboli: il ritiro con Gattuso lo ha rimesso a lucido, è più esplosivo nelle gambe, ora è votato al sacrificio e l’indiscutibile tecnica individuale ora è al servizio della squadra. Bene così.
Una menzione extra-campo anche per Cristiano Giuntoli: il direttore sportivo spesso, negli ultimi anni, non è stato protagonista di grandi colpi in entrata. Ha avuto il merito, però, di far crescere il livello medio della rosa e in questo mercato ha piazzato due colpi da novanta: prima Osimhen, poi Bakayoko, in extremis, che fino a qualche settimana fa era invocato a Milano, sponda rossonera, come una sorta di messia. Perfetto, l’ex Chelsea, per il 4-2-3-1. Da non sottovalutare anche l’ottimo lavoro in uscita, soprattutto considerate le difficoltà di questo particolare momento storico.
I “rimandati”
Non possono esserci bocciati dopo appena due partite, ma la sensazione è che Diego Demme possa essere il vero “sacrificato” col passaggio al 4-2-3-1. Il tedesco è stato tra i peggiori a Parma, impietoso il confronto con Osimhen che ha preso il suo posto dopo un’ora di gioco, sullo 0-0. Ha dimostrato coi fatti di volere fortemente questa maglia, vedremo se saprà tenersela stretta nei prossimi mesi.
Discorso diverso per Fabian Ruiz, in grave affanno nelle prime due uscite stagionali: l’andaluso deve solo recuperare condizione atletica per tornare a brillare e a dipingere calcio. Qualità che appartengono anche ad Alex Meret: sembra che l’alternanza con Ospina possa continuare anche in questa stagione, sarà fondamentale per il giovane portiere mantenere tranquillità e consapevolezza nei propri mezzi.
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