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VIDEO – Napoli Primavera, Tedesco: “Giocare ogni tre giorni è un piacere, oggi serviva un po’ di lucidità. Sui tifosi…”

Andrea Tedesco, allenatore del Napoli Primavera, ha parlato nel postpartita dopo la sconfitta contro il Cosenza per 0-2 ai microfoni di IamNaples.it:

3 partite in una settimana – “Non credo che giocare ogni 3 giorni ci debba preoccupare o comunque possa influire sulle prestazioni, anche perché comunque abbiamo cambiato degli elementi. I ragazzi sono stati preparati dall’inizio della stagione ad affrontare gli impegni e tra l’altro dev’essere solo un piacere giocare determinate competizioni. E il fatto di giocare ogni 3 giorni, ci dà la possibilità di ruotare quindi tutti si possono sentire coinvolti. Quindi non penso sia stato questo. Il Cosenza ha fatto la propria partita, siamo stati poco furbi noi e poco concentrati negli episodi dei quali l’avversario ha tratto vantaggio. Vuol dire che ci lavoreremo di più per migliorare”.

Cosa si poteva fare di più – “Un po’ di lucidità nel primo tempo, un po’ di cattiveria agonistica, un po’ di reazione sulle situazioni di contrasto, nell’andare a prendere l’avversario, anche perché siamo stati la maggior parte del tempo nella loro metà campo e possiamo dire anche negli ultimi 40 metri loro. E’ vero che il fatto che l’avversario sia schierato tutto sotto la linea della palla, può rallentarti su alcuni punti di vista, invece ti deve dare manforte e confidenza che stai mettendo sotto una squadra che comunque ha il suo obiettivo stagionale, è una buona squadra. Invece di sfruttare queste situazioni ci siamo fatti prendere nelle due occasioni di palla inattiva”.

Come si supera in questi casi l’avversario – “Ci sono vari metodi. Un ostacolo puoi saltarlo, aggirarlo, puoi buttarlo giù. L’importante è essere lucidi, fare le cose che si preparano. Il risultato è vero che è fortemente negativo. Però ci dà modo per parlarne con i ragazzi, i nostri obiettivi non si fermano in una settimana o quella prima o quella dopo con una gara. Bisogna lavorare di più, lavorare meglio. Perché se molti verranno ad affrontarci in questo modo, ci sono delle soluzioni e dobbiamo essere lucidi per attuarle”.

I cambi come note positive, un messaggio importante – “Il motivo per cui cerchiamo un forte coinvolgimento verso la maggior parte dei giocatori della rosa. Se non forte, totale. Ci aspettiamo che chi subentra o comincia una partita, sebbene non abbia giocato la precedente, dia il suo contributo per costruire un mattoncino che poi dev’essere utile alla costruzione del nostro obiettivo. Non c’è da sorprendersi se entrano bene i ragazzi. Anzi, questo dev’essere un obbligo da parte di tutti, perché solo così puoi creare dei dubbi all’allenatore, solo così puoi andarti a ritagliare uno spazio che sia maggiore rispetto a quanto magari in quel momento ricevi”.

Gli episodi della partita e l’ammonizione – “Quando non abbiamo fatto gol su rigore ho pensato che mancavano ancora dieci minuti e si poteva ancora raggiungere l’obiettivo, quantomeno il pareggio. Sull’ammonizione ho cercato semplicemente di velocizzare il gioco, perché la nuova regola impone che se l’arbitro fischia e tutti i giocatori che stanno festeggiando della squadra che ha appena segnato la marcatura, sono nella propria metà campo, chi invece deve battere il calcio d’inizio può andare in avanti e giocare. Quindi volevo semplicemente velocizzare. Abbiamo richiamato l’arbitro a fare attenzione a questo episodio, mi ha ammonito perché magari sono stato molto elettrico e focoso, però il momento richiedeva quel tipo di attitudine. Ma c’è stato un chiarimento totale, massimo rispetto verso loro e verso tutti. Non c’è alcun ombra di dubbio che la maleducazione o l’arroganza possa subentrare in quei momenti anche critici. Noi rispettiamo sempre tutti e il lavoro di tutti. E pretendiamo che si faccia altrettanto verso di noi”.

Sui tifosi e l’arrivo di una delegazione del tifo organizzato – “Ve l’avrei detto io se non avessi ricevuto la domanda. Li abbiamo sentiti, siamo contentissimi. Anche la scorsa partita erano in tanti. Questo non ci può far altro che piacere, tra l’altro inorgoglisce i ragazzi che vanno in campo e si rendono conto che ci sta una responsabilità da portare avanti, che non è solo quella condivisibile con le famiglie o con la fidanzata o con i pochi amici che magari vengono a vedere la partita. Ma che ci sono tante altre persone che fanno parte del nostro contesto che vanno rispettate e vanno supportate così come supportano loro a noi, attraverso le prestazioni e i risultati”.

Ecco il video integrale dell’intervista al tecnico azzurro:

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