Fuori dall’Europa League, con rabbia, la stessa con la quale aveva salutato la Champions a dicembre. Fuori dalle coppe e stavolta senza piano di riserva – l’Europa League, appunto – ma a testa alta. E con la certezza di aver realizzato una performance economica importante, per la stagione in corso e per la programmazione del futuro: 47,5 milioni di euro, ecco quanto entrerà nelle casse del Napoli grazie al cammino europeo della squadra di Benitez, interrotosi alla fase a gironi in Champions e agli ottavi di finale in Europa League. A mettere insieme una cifrà così importante concorrono voci diverse. Ci sono dati certi, quelli legati ai premi Uefa per le performance sportive e agli incassi al botteghino per cinque partite continentali, e siamo di poco sotto i venti milioni di euro. E poi c’è la parte più consistente, quella legata al market pool, sostanzialmente la spartizione della torta, con Juve e Milan, del fatturato generato dalla Champions League sul mercato italiano, diritti tv più, in misura marginale, ricavi legati a merchandising e licensing. Aspettando il consuntivo, per il Napoli si ipotizza un ulteriore assegno staccato dalla Uefa per l’ammontare di oltre 27 milioni di euro, quattro in meno di quelli che dovrebbe percepire la Juventus, anche lei uscita dalla Champions alla fine del girone.
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