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Napoli-Pescara: azzurri con l’obbligo di vincere, abruzzesi con l’idea di difendersi

Al “San Paolo” arriva la Cenerentola della Serie A di quest’anno, per valori e per classifica, e la tentazione più immediata sarebbe quella di pensare alla gara successiva di Milano contro l’Inter. Ma Mazzarri sa bene che nessun avversario va sottovalutato e i tre punti sono tali contro ogni rivale.

Tentazione Inter? Al contrario, l’occasione di una partita “facile” concede meno licenze di passi falsi: perché la vittoria in questo caso è un obbligo, e se sfumasse peserebbe quasi più di una sconfitta a Milano. Il pensiero va anche alla Juventus, che il Pescara lo ha asfaltato a domicilio, imponendo la propria forza e facendo valere al massimo la differenza di spessore tecnico. Più che farsi intimidire dal paragone, il Napoli dovrebbe prendere ad esempio quell’1-6 per seguirne le orme: con un avversario di caratura inferiore la tattica migliore è quella di imporre il proprio calcio, facendo la partita ed attaccando, con la giusta convinzione e fiducia nei propri mezzi.

Qualche riflessione in prospettiva Mazzarri però deve farla, ed esiste la possibilità che decida di risparmiare Inler che è diffidato, per averlo sicuramente a San Siro. Al suo posto ci sarebbe Dzemaili. Anche Pandev, ancora convalescente, non sarà della partita. Il macedone resta a casa, ma Insigne offre le garanzie giuste. Altri dubbi riguardano soprattutto la difesa: nel trio arretrato Britos va verso la conferma, e Campagnaro potrebbe riprendersi il posto da titolare, rilevando un Gamberini che finora non ha praticamente mai riposato; sulle fasce Zuniga è sicuro di avere la maglia da titolare, mentre Maggio seguirà i compagni dalla tribuna per il piccolo infortunio rimediato e per lo stato di forma non ottimale. A destra con ogni probabilità giocherà Mesto. Il Pescara ha diversi assenti, fra cui l’ex-Blasi e Quintero, talento sudamericano a cui il Napoli ha rivolto qualche interesse per il mercato di gennaio.
Le probabili formazioni:

C’è da dire che il Pescara ha cambiato di recente allenatore dopo le dimissioni di Stroppa. Adesso in panchina siede un ex-difensore, Bergodi, che sembra aver trovato un’organizzazione difensiva migliore, come dimostra lo striminzito 1-0 con cui la Roma di Zeman (migliore attacco della A) ha espugnato Pescara. Gli abruzzesi al “San Paolo” verranno certamente a giocare una partita accorta e prudente, con un 3-5-1-1 che in fase di contenimento può produrre una difesa a cinque elementi. Non c’è da aspettarsi dunque un altro punteggio tennistico, anzi l’unico rischio è proprio quello di venire impantanati in una partita chiusa e statica.

Contro il Cagliari, Mazzarri ha dimostrato di saper fare di necessità virtù: e allora adesso è il momento di prendere atto dei limiti del Napoli sulle fasce, e puntare su un altro tipo di calcio. Dalle parti di Maggio non passano palloni interessanti da tempo immemore, e Zuniga, di recente guarito da un infortunio, corre bene ma deve ancora ricalibrare il tocco di palla, tornato quello grossolano degli inizi. La soluzione è percorrere altre vie: quelle centrali. Hamsik, giocando dietro le punte, ha i tempi giusti per inserirsi; Insigne è in grado tanto di allargarsi quanto di accentrarsi e offre numerose opzioni negli ultimi metri; il rientro di Cavani garantisce la concretezza sotto porta che in sua assenza viene a mancare palesemente. Dovesse giocare Dzemaili al posto di Inler, si tratterebbe di una pedina in più per le avanzate centrali, e dunque è su quest’asse che il Napoli può provare a far male. E in ogni caso la varietà della manovra è sempre il modo migliore per sorprendere un avversario chiuso: convergere la propria forza sulla zona centrale del campo può persino aprire spazi lungo le fasce e permettere alle ali di agire con più libertà.

Insomma, è una partita tutta nelle mani del Napoli: se gli azzurri ritrovassero la propria verve, la velocità e l’intesa di squadra di un tempo, si tratterebbe solo di materializzare la qualità maggiore di cui dispongono i padroni di casa. E ritrovarsi sarebbe fondamentale anche, appunto, in prospettiva, per arrivare a Milano con l’atteggiamento e la condizione psicofisica migliori.

A cura di Lorenzo Licciardi

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