Un impatto migliore non avrebbe potuto sperare. Rafa Benitez è entrato nel cuore dei tifosi napoletani ancor prima di sedersi in panchina, la seconda in Italia dopo l’Inter, quella che per lui dovrà diventare dorata come lo fu a Valencia. Benitez è stato accolto calorosamente dalla folla quando è stato presentato sul terreno da gioco a pochi minuti dall’inizio della gara del Galatasary del suo amico e collega Fatih Terim. Applaudito, acclamato, osannato ancor prima di dimostrare le sue qualità.
Ai napoletani è bastato poco per stabilire un feeling con l’ex tecnico di Liverpool e Chelsea. E’ bastato sapere che ha accettato l’incarico con entusiasmo, che si è adoperato per far arrivare Higuain ed Albiol, Callejon e Rafael, che ha sollecitato la società a darsi da fare sul mercato per competere in campionato, Champion League e Coppa Italia. Per conquistare i napoletani, poi, non ci vuole molto. E’ sufficiente mostrare amore vero, parlare con il cuore in mano, lanciare la sfida alla Juve come ai grandi d’Europa. E Benitez l’ha fatto. Prima nel ritiro di Dimaro e poi ieri sera. Con la semplicità degli uomini che sanno il fatto loro. Ma il top l’ha raggiunto quando si è diretto verso la panchina con la fascia di lutto al braccio. Era quello un gesto di solidarietà verso le famiglie in gran parte di Pozzuoli, colpite dalla tragedia in Irpinia ma anche verso quelle famiglie spagnole che hanno perso i loro cari nel deragliamento del treno veloce. Benitez è un uomo sensibile, un uomo di cultura non solo sportiva, ama partecipare alla vita delle città dove allena. Non a caso a Liverpool lo considerano «One of us», uno di noi.
ESORDIO – E ieri Rafa Benitez ha potuto toccare con mano il calore del popolo napoletano. Senza dare in eccesso nel ricambiare per rispetto delle vittime. Ed a fine partita è stato altrettanto misurato: «Abbiamo fatto bene contro una buona squadra e davanti al nostro pubblico. I nostri tifosi sono magnifici, devono restare al nostro fianco per tutto l’anno, così sarà più facile lottare fino alla fine» , ha dichiarato alla premiazione dell’Acqua Lete Cup ai microfoni di Mediaset Premium al termine della gara. Era contento della prestazione dei suoi. Benitez era soprattutto soddisfatto dell’apporto del pubblico accorso al San Paolo. Numerosissimo e silenzioso. E l’allenatore si mostrava compiaciuto per quanto accaduto a Zuniga. Era stato lui a dirgli nell’orecchio di scendere in campo e non pensare ai fischi. Al Chelsea aveva subito anche di peggio eppure Don Raf era arrivato fino a vincere l’Europa League. E la sua mossa di impiegare Zuniga si è rivelata come una magia: dai fischi, ai cori; dall’odio, all’amore. «Zuniga è un nostro calciatore – ha detto Benitez – Un calciatore importantissimo e stasera abbiamo visto le sua qualità. Mi aspetto che sarà importante per noi quest’anno» .
I NUOVI – Poi ha parlato dei nuovi: «Callejon e Mertens hanno la libertà di cambiare fascia di pertinenza, da sinistra a destra e viceversa. Meglio per noi, così sarà più difficile per gli avversari marcarli. Dobbiamo ancora migliorare qualcosa, ma siamo solo all’inizio» . Infine sul calendario: «No, non mi preoccupa, bisogna giocarle tutte prima poi» . E poi il colpo finale. La sua aspettativa sul mercato: «Se mi aspetto un altro regalo sul mercato? Certo che sì» . E certo che lo accontenteranno. Ormai tutto quello che suggerisce Benitez al club è come se fosse il Vangelo. Lo dice un tecnico che ha vinto tantissimo e vuole vincere soprattutto con il Napoli.
Fonte: Corriere dello sport
La redazione
F.G.
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