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Napoli pazza del suo piccolo genio

Il ragazzo napoletano è ben voluto da tutti, gentile ed educato nello spoiatoio

A volte i sogni si avverano ma con lui è vietato parlare di sogni. Quella di Lorenzo Insigne resta una favola da libro Cuore: tenera e commovente, fantastica e realistica. Avvolta dalla tenacia di chi nasce nel disagio ed ha tanta voglia di arrivare. Caratterizzata dalla sofferenza e dalle rinunce. La Napoli di Insigne resta ancora tutta da scoprire. Ha avuto poco tempo per girarla e conoscerla in ogni suo angolo. Una passeggiata sul lungomare quando era un ragazzo come tanti. Un giro per le vie dello shopping o ai Decumani in compagnia di Jenny. Una pizza con gli amici quando era ancora nel vivaio azzurro. Poi Cava dei Tirreni, Foggia, Pescara. Il suo mondo resta Frattamaggiore, cittadina dell’hinterland dove la cultura ha preso il sopravvento su tutto e le fabbriche medio-piccole continuano ad operare nonostante la crisi. Mostre di pittura, rassegne letterarie, produzione di scarpe, fragole, mozzarelle di bufala, donne in politica, centri sociali. E poi calcio, tanto calcio, fin dai tempi della mitica Frattese, dalla maglia nero stellata. A Frattamaggiore il pallone è di casa e la competenza molto spiccata. E qui che Lorenzo ha studiato fino alla terza media realizzando poi che il calcio potesse essere il suo vero mondo, il suo avvenire, lì dove un primo fratello si era arenato e l’altro, Roberto, sta per seguire le sue orme.

L’ASCESA – Lorenzo ha dovuto lasciare anche gli amici di infanzia per sfondare. «Devo andare a Foggia, mi aspetta Zeman» , «Vado a Pescara, mi rivuole Zeman» . La valigia sempre pronta e papà Carmine disponibile ad accompagnarlo ovunque e ripetendo come un’ossessione: «Mi raccomando, niente grilli per la testa, questo potrebbe essere il tuo nuovo lavoro» . Si è rivelato un lavoro per tutta la famiglia perché con i primi soldi ha comprato una casa per i suoi ed un’altra dove andrà a vivere con Jenny, portata già a nozze al Municipio, e che è in attesa del primo bambino.  Niente comitiva di amici. Nessuna distrazione lontano dai campi da gioco tranne qualche film di Vincenzo Salemme o di Alessandro Siani e Carlo Buccirosso o una cenetta con la dolce compagna. Ed il telefono sempre acceso per rispondere a Giuseppe Santoro, il team manager del Napoli che lo portò a Castelvolturno versando millecinquecento euro all’Olimpia Sant’Arpino e ai due fedeli procuratori Antonio Ottaiano e Fabio Andreotti.
La Conquista – La sua Napoli può attendere. C’è tempo per scoprirne le ricchezze culturali e le sue bellezze artistiche. Intanto Lorenzo è diventato un figlio beneamato di Napoli. Lo hanno adottato tutti, tifosi e non. Quel piccoletto incarna la vera napoletanità: arguzia, impertinenza, spensieratezza e soprattutto caparbietà. Insigne vi ha messo tanto di suo per arrivare. Ed ancora oggi non si sente arrivato. Accetta i consigli di Pandev, i rimbrotti di Cannavaro, gli sguardi severi di Mazzarri. E’ benvoluto da tutti perché educato e rispettoso nello spogliatoio, quanto compito e gentile al di fuori. Ma gli hanno detto che per sfondare nel calcio non deve farsi vedere in giro, non deve eccedere a tavola, non deve attardarsi la sera. Ed a 21 anni è davvero dura accettare tutto senza un minimo di disagio. Ma Lorenzinho ha trovato in Jenny il rifugio ideale. E quando arriverà il bebè, le rinunce non peseranno più. Anche perché il sogno si è avverato e domani sarà una notte da ricordare per lui e per chi lo ha aiutato ad arrivare sin qui, tifosi compresi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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