San Paolo continua a fornire spunti d’indagine all’Antimafia. Il bordocampo si trasforma in zona rossa della criminalità spettatrice del pallone. Fino a oggi il figlio di un boss immortalato in foto era a pochi passi dai calciatori durante un solo incontro, Napoli- Parma del 10 aprile 2010. Adesso nelle carte della Dda entra un secondo incontro, la partita Napoli-Cagliari del 24 aprile 2010 finita 0 a 0. Due partite nel mirino dei magistrati anticamorra, dunque non si parla più di una eccezione. La svolta è nella notizia di un approfondimento delle indagini su delega della Procura a cominciare dal primo caso — Antonio Lo Russo, oggi latitante, spettatore a bordo campo — con la richiesta di acquisizione di foto e filmati a giornali e tv a proposito di quei due appuntamenti. Obiettivo: controllare la presenza di altri pregiudicati al San Paolo e in zone normalmente off limits al pubblico. Altri nomi grossi della criminalità organizzata nei panni di tifosi. Inchiesta complessa e intrecciata con altre, come quella delle scommesse della camorra. Si comincia con un confidente. Una sola fonte per due fronti di indagine. Il primo: il flusso anomalo di puntate durante la partita Napoli-Parma del campionato 2009-2010. Il Napoli che vince 1 a 0, le scommesse che si impennano invece sulla sconfitta del Napoli. Strana coincidenza, vince il Parma 2 a 3. Dunque si indaga su input del confidente e si punta al boss Salvatore Lo Russo che dichiara: «Mi occupo di scommesse calcistiche dagli anni Ottanta. Diventai anche amico di Maradona». Ma Salvatore Lo Russo è il padre dell’oggi latitante Antonio. Lo stesso immortalato, durante quella partita, a bordo campo. Come è arrivato lì? Si parla di un pass di giardiniere. Ma è andato a controllare il risultato di una partita venduta? Si trova a bordo campo in qualità di uomo di fiducia del padre, per controllare con i suoi occhi il capovolgimento del risultato? È a questo punto che i magistrati sentono Fabio Quagliarella, ex attaccante del Napoli espulso sul finale della partita dopo aver protestato contro l’arbitro. La Procura comincia a indagare su quella presenza, cerca di scoprire se lo stesso Antonio Lo Russo, prima di sparire nel nulla, aveva assistito ad altri incontri di calcio dagli spalti, da regolare spettatore. E ben presto si scopre che il figlio del boss ha assistito ad almeno altri due incontri, ma non viene chiarito chi gli ha fornito i pass. Un caso che, insieme al fronte scommesse della camorra, rende lo stadio ricco di spunti investigativi. Ma intanto la Procura allarga il raggio di azione. E cerca conferme a notizie riservate — probabilmente ottenute dallo stesso pentito — in merito alla presenza di altri pregiudicati in per lo stesso campionato, sul fronte scommesse della camorra, sono tre le partite sotto i riflettori, una delle quali è sempre Napoli-Parma. Infine il caso falsi pass per la tribuna autorità — altra inchiesta — denunciato dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentis. Scoperti perché la “N” napoleonica del Napoli era diversa e stampata su carta non usata dalla società. (i.d.a.) odore di camorra. Pure loro a bordo campo, l’area off limits ai normali spettatori. Ci sarebbe un elenco di nomi, sono necessari i controlli incrociati con foto e filmati di fotografi e operatori sportivi. Presenti non solo all’oramai famosa partita Napoli-Parma, ma anche all’incontro Napoli-Cagliari del 24 aprile 2010. Indagine dei carabinieri del reparto operativo coordinata dal pm della Dda Francesco De Falco, mentreper lo stesso campionato, sul fronte scommesse della camorra, sono tre le partite sotto i riflettori, una delle quali è sempre Napoli-Parma. Infine il caso falsi pass per la tribuna autorità — altra inchiesta — denunciato dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentis. Scoperti perché la “N” napoleonica del Napoli era diversa e stampata su carta non usata dalla società.
Fonte: Repubblica
La Redazione
D.G.
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