Applaudito un 2012 di sorprese e soddisfazioni e un girone d’andata da record per l’era De Laurentiis, il Napoli si affaccia alla seconda metà del campionato con due nuovi tasselli per fasce e attacco, Armero e Calaiò. Ma anche con la necessità di proseguire le operazioni di ritocco della rosa, nella quale mancano ancora un centrocampista di livello e – nel caso di conferma della squalifica di Cannavaro – un difensore. Però, per la corsa alla Champions gli azzurri dovranno soprattutto lavorare su certe lacune prestazionali trascinate fin qui, a fasi alterne, fin da settembre.
Il Napoli estivo e post-estivo sembrava aver costruito la propria forza sull’affiatamento dell’organico: compagni che si conoscono ormai da anni davano l’impressione di poter giocare a memoria, trovandosi con tocchi veloci e producendo azioni fulminee quanto efficaci. Ad integrazione di questo bel meccanismo, pareva esserci una brillante condizione atletica di gran parte dell’undici titolare. Con il passare del tempo invece, il Napoli ha sviluppato il vizio ricorrente di correre solo a sprazzi, con fiammate di ritmi alti e poi lunghe fasi di stanca, spesso pericolose. Ed anche la precisione dei passaggi è calata vistosamente, a partire dalle impostazioni arretrate ad opera dei difensori, passando per i piedi di un Inler troppo altalenante e dei due di fascia che una tecnica sopraffina di certo non la possiedono.
Più o meno casualmente, questi difetti si sono palesati parallelamente al calo fisico di Pandev: ma contro la Roma, il macedone è tornato ad un livello atletico discreto e ciò gli è bastato per essere devastante, con degli assist geniali per Cavani. Appare cruciale allora il ruolo del giocatore preso dall’Inter, che in estate era davvero in forma smagliante e che, si spera, possa tornare su quei livelli. Certo non può dipendere tutto da un solo calciatore, ma recuperare Pandev al cento per cento deve essere un obiettivo.
Intanto uno dei due nuovi acquisti azzurri, Armero, si accomoderà già in panchina contro il Palermo (Calaiò non convocato). In campo dovrebbe andare la solita formazione rodata, con il trio di difesa che vede Britos centrale, e in attacco proprio Pandev sarà di nuovo preferito a Insigne. Riguardo il Palermo, Gasperini schiererà sulla corsia di sinistra i due freschissimi ex-azzurri Aronica e Dossena, che torneranno da rivali al “San Paolo” con qualche emozione particolare. Miccoli dovrebbe iniziare dalla panchina, con Budan o Dybala come unica punta in un modulo piuttosto simile a quello degli azzurri.
Ecco le probabili formazioni:
Costanza nei ritmi di gara e negli sforzi atletici, precisione con la palla e baricentro non troppo basso: questi gli accorgimenti che servirebbero al Napoli, come detto più volte in questa sede d’analisi. Contro il Palermo basterebbe esprimersi al meglio per avere ragione di un avversario niente affatto irresistibile. Senza ovviamente sottovalutare gli ospiti, che giocano meglio di quanto non dica la classifica, causata anche da una certa sfortuna negli ultimi tempi.
La squadra di Gasperini è piuttosto quadrata, di sicuro meno offensiva rispetto alle abitudini passate dell’ex-tecnico di Genoa e Inter, e allo stesso tempo meno perforabile. Dossena e Aronica avranno motivazioni speciali, Brienza è un giocatore esperto e tecnico, le punte sono pericolose. La difesa non è invulnerabile e Cavani – altro ex, d’eccellenza – può far male, assistito da Hamsik e Pandev, così come il centrocampo rosanero non appare proprio impenetrabile. Si gioca in casa e i tre punti sono indispensabili, soprattutto ora che la Lazio è risalita e alle spalle incalzano le milanesi, con il Milan agguerrito e voglioso di tornare in alto.
A cura di Lorenzo Licciardi
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